Covid in Italia. Nessuna regione a rischio basso. Sono infatti tredici, secondo i dati del monitoraggio settimanale della cabina di regia, diffusi dall’Iss, le regioni classificate a rischio moderato ai sensi del Dm del 30 aprile 2020 (3 di queste ad alta probabilità di progressione), mentre 8 sono quelle a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza; tre di queste ad alta probabilità di progressione.

Covid in Italia, la parola a Fabrizio Pregliasco

“La situazione deve preoccuparci come ogni emergenza ma ci si sta abituando, qualsiasi reazione di emergenza viene gestita. Per esempio non esiste più l’angoscia del bollettino delle 18.00, la libertà eccessiva che ci stiamo prendendo ce la siamo guadagnata – dice Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale e direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi di Milano, intervenuto ai microfoni della trasmissione “Fino a qui tutto bene” condotta da Emanuela Valente. – “C’è voglia di recuperare anche se tutto questo facilita il diffondersi del virus. Questi morti giornalieri ci sembrano pochi ma ci sono ancora. Credo tuttavia che il virus si stia evolvendo positivamente, le varianti hanno ridotto la loro fotogenicità ma i virus non hanno un’intelligenza, la loro selezione naturale avviene come i principi darwiniani e questo virus ha un’instabilità naturale: non si riproduce mai uguale a se stesso, è come una cuoca distratta che non segue sempre le ricette.”

Il dato preoccupante, la fascia pediatrica e i non vaccinati

Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 2,6% ma l’incidenza della malattia classificata come “severa” è risultata doppia nei bambini non vaccinati. È il principale risultato emerso da uno studio condotto dall’Istituto superiore di Sanità e dal ministero della Salute sull’efficacia del vaccino nei bambini nella fascia d’età compresa tra i 5-11 anni. Lo studio, pubblicato dalla rivista ‘Lancet’, ha esaminato i dati di oltre un milione di bambini vaccinati con due dosi, 134mila con una dose e 1,8 milioni di non vaccinati. L’efficacia è stata stimata incrociando i dati del Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 e quelli dell’anagrafe vaccinale nazionale, prendendo in considerazione tutti i bambini tra i 5 e gli 11 anni che non avevano avuto una diagnosi di infezione precedente seguiti tra il 17 gennaio e il 13 aprile 2022, un periodo caratterizzato dalla dominanza della variante Omicron.

Covid e ospedalizzazioni: percentuali doppie nei non vaccinati

I principali risultati dello studio, però, rilevano 767mila casi nella fascia 5-11 e l’incidenza più alta si ha proprio nel gruppo dei non vaccinati, mentre la più bassa si riscontra in quello dei vaccinati con doppia dose. Tra questi, 644 casi severi di Covid-19, tutti ospedalizzati di cui 15 in terapia intensiva e due decessi, solo tra i non vaccinati e purtroppo i dati sono fin troppo chiari: per i non vaccinati l’incidenza delle forme severe della malattia è risultata doppia rispetto a chi aveva fatto le due dosi.

Sull’argomento torna ancora a far luce Pregliasco dichiarando che il vaccino coprirà tutte le varianti. “Sono studi in corso anche sull’influenza da anni. Bisogna trovare quell’anticorpo che va contro la parte principale del virus. – spiega – E’ una ricerca che spero possa andare in porto, ma non sarà disponibile nel breve. Dovremmo accontentarci di vaccini aggiornati per Omicron, per le persone dai 50 anni in su”.