Giuseppe Conte e’ davanti a un bivio. E’ crescente il pressing dei parlamentari M5s per l’appoggio esterno al governo, sull’onda delle tensioni nei confronti di Mario Draghi. E si attende di capire quale sara’ la prossima mossa del leader, di fronte al messaggio chiaro del premier, secondo cui non esiste altro esecutivo senza il Movimento. Quasi come fosse una partita di poker, Conte viene sfidato a mostrare le carte, nonche’ i “riscontri oggettivi”, inesistenti per Draghi, delle richieste a Beppe Grillo di estromettere il presidente del Movimento. La partita e’ delicata.

Dopo la tesa telefonata di ieri, in una giornata di forti fibrillazioni, si annuncia indispensabile un incontro fra l’avvocato pugliese e l’ex governatore della Bce, i cui rapporti personali non sono comunque mai stati idilliaci. Se il fine settimana aiutera’ a stemperare il clima, lunedi’ potrebbe essere il giorno giusto. Conte, a quanto si apprende dal Quirinale, avrebbe escluso lo scenario dell’appoggio esterno ieri sera nel suo colloquio con Sergio Mattarella. Ma se dovesse accadere, ambienti vicini a Luigi Di Maio fanno sapere che la neonata formazione parlamentare del Ministro degli esteri è pronta ad accogliere nuovi arrivi dal Movimento 5 Stelle: gli sherpa, uomini e donne vicini alle trattative, parlano già di una trentina di nuovi arrivi.

Insomma, Giuseppe Conte vedrebbe ridursi ulteriormente le truppe parlamentari. Per non parlare dei sondaggi, ormai al livello più basso degli ultimi anni: i grillini sono quotati tra il 6 e l’8%. Con una tendenza al ribasso che appare ormai inarrestabile.