L’economista Giuseppe Arleo, ospite a Pomeriggio Estate con Alessio Moriggi e Francesca Pierri, ha parlato di imprese e startup. Tra le difficoltà dei giovani a potersi approcciare con il mondo del lavoro e le operazioni messe in campo dallo Stato e l’Unione Europea per finanziare queste nascenti realtà.

Quanto si sono riavvicinati negli ultimi tempi i giovani al mondo delle grandi imprese?

C’è stato un periodo in cui, obiettivamente, c’era poca volontà ad avviare delle imprese. Negli ultimi mesi si è invertita la tendenza, c’è la volontà di mettersi in gioco. Ben vengano delle iniziative come quella dell’Intesa San Paolo, dove oltre al riconoscimento dei progetti validi, ci sono anche i finanziamenti per seguire i giovani in questo percorso con il conseguente accompagnamento sotto il profilo delle competenze.

Che differenza che tra startup e impresa?

La Start up è quell’impresa nata da pochissimo o che, addirittura, vuole nascere. L’impresa già lavora, invece, e ha esigenze differenti basate sul mercato e l’ammodernamento, o anche altro.

Quante start up in Italia riescono a diventare imprese?

Se non c’è l’accompagnamento costante da parte dei professionisti il tasso di “mortalità” di queste realtà è molto alto. C’è la necessità di creare una vera scuola di impresa, perché si possono avere delle buone idee, ma non c’è la stoffa per andare avanti o, altrimenti, c’è anche la stoffa, ma non c’è la forza economica per andare avanti. Si possono trovare dei fondi per sostenere il progetto, ma forse sarebbe più interessante provare a inserire all’interno di queste neonate realtà del personale già qualificato ed esperto. 06.19 – 07.29

Quando parlava di declinazioni di startup ha parlato anche di realtà innovative. Queste si differenziano dalle startup classiche?

Si ha una legislazione più particolare, ma quello che fa la differenza è nel prodotto e nel processo. Nel PNRR ci sono delle missioni, dei fondi, volti a far nascere delle startup che seguono maggiormente il mercato. Oltre a questi ci sono i fondi europei dell’FSE che possono finanziare queste realtà.