Il 29 giugno del 1951 morì per le conseguenze di un incidente nello sprint del Giro del Piemonte il fratello del Campionissimo. Il 2 gennaio 1960 tornarono insieme, quando scomparve Fausto

Serse Coppi è stato un generoso ciclista, gregario e tenace pedalatore. Purtroppo morto giovanissimo, per le gravi conseguenze di un incidente che gli procurò una fatale emorragia cerebrale.

Serse era il fratello di Fausto Coppi, il Campionissimo. Nacque a Castellania, oggia Castellania Coppi, il 19 marzo 1923.

Gli inizi sui pedali

Cresciuto sul piano agonistico con il fratello, fu un gregario di Fausto nell’immediato dopoguerra alla Bianchi. Esordì come professionista nel 1945 vincendo due gare con un quarto posto finale alla Coppa Bernocchi e un ottavo nella classica Milano-Torino. Senza dimenticare la decima posizione al Campionato di Zurigo, rassegna di caratura internazionale.

Serse nel 1946 partecipa al Giro d’Italia, vinto da Bartali, finendo al 24° posto nella classifica generale. La stagione si impreziosì con il terzo posto al Giro dell’Emilia poi una frattura a una gamba nella settima tappa del Giro lo estromise per tutto l’anno dalle competizioni. Ripartì nel 1948 dal Trofeo Baracchi e nel 1949 conquistò buoni piazzamenti nei circuiti italiani e in quelli internazionali, riuscendo a fare bene nella Freccia Vallone.

Alla Parigi-Roubaix del 1949 la gran vittoria che l’Unione Ciclistica Internazionale gli fece dividere con André Mahé. Vanno in fuga in tre, con il terzetto messo in fila dal francese che fu indirizzato su un percorso sbagliato. Arrivò comunque nel Velodromo di Roubaix da un’entrata secondaria. La volata fu vinta da Serse Coppi che chiese la squalifica di alcuni tra i partecipanti perché non avevano seguito il percorso iniziale. La vittoria fu assegnata ex-aequo.

Serse Coppi l’inizio della malinconia

Il 29 giugno 1951, Giro del Piemonte, Serse infila un binario del tram con una delle due ruote. Cadde, sbatté la testa, in Corso Casale a Torino, dove si stava per sviluppare lo sprint, a qualche centinaia di metri dal Motovelodromo. Rientrò in albergo. Le condizioni peggiorarono. L’infortunio divenne una mortale emorragia cerebrale. Morì a 28 anni, il fratello di Fausto, il Campionissimo, con una malinconia che iniziò a preparare un ingeneroso e inclemente conto, alla famiglia più celebre di Castellania.

La stessa mortale sorte era toccata nel 1936, vicino Firenze, a Giulio Bartali, fratello di Gino. Anche in questo, Coppi e Bartali, in ordine sparso, sono stati fratelli. Nella sofferenza, di vedere andar via e non tornare più, un loro fratello.

Serse e Fausto si sono ricongiunti il 2 gennaio 1960 quando una malaria non affrontata con la dovuta attenzione, portò in cielo il Campionissimo del Ciclismo d’Italia. Riposano insieme, nel Campo Santo del paese natale. Che è diventato, nel frattempo, Castellania Coppi, in omaggio alle imprese di Fausto che in Francia chiamavano Fostò.

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Serse Coppi l’inizio della malinconia

Photo Credits http://www.faustoesersecoppi.it/ Nell’immagine il grande rapporto di amore fraterno tra Serse e un sorridente Fausto Coppi.