Aborto e social, tutto va di pari passo. Dopo Google numerose altre aziende statunitensi hanno deciso di prendere posizione sull’abrogazione della sentenza Roe contro Wade, che venerdì scorso ha di fatto reso possibile per ogni singolo stato degli USA di cambiare legislazione sulle interruzioni di gravidanza e in alcuni casi persino di vietarle del tutto. Amazon ha dichiarato pubblicamente che coprirà i costi di trasferimento per le impiegate che si trovino in stati dove la procedura verrà resa illegale, così come Apple e Microsoft. AT&T, il colosso delle telecomunicazioni, coprirà le spese per procedure mediche che non siano entro 100 miglia dalla propria abitazione, mentre Comcast-NBC Universal coprirà trasferimenti per 4 mila dollari a viaggio per un massimo di tre viaggi l’anno.

Disney, oltre a supportare gli spostamenti in stati che non aboliranno l’aborto, ha confermato la propria intenzione a migliorare l’assistenza sanitaria di tutti gli impiegati, indipendentemente dallo stato di residenza. Sheryl Sandberg, COO di Meta, ha scritto un lungo post su Facebook, nel quale si legge: “Non avrei mai pensato che il passato di mia madre sarebbe diventato il futuro delle mie figlie. Non posso credere che stia per mandare le mie tre figlie al college con meno diritti di quelli che avevo io alla loro età”. Anche l’azienda di Zuckerberg coprirà le spese mediche per le donne che decidono di abortire fuori dal loro stato. Tra le altre aziende che hanno preso posizione sulla questione che sta infiammando l’America, non solo nel mondo dell’hi-tech, ci sono: Lyft, Uber, Nike, Condé Nast, Johnson & Johnson, Levi Strauss, Live Nation, Netflix, Paramount, Starbucks, Tesla, Walmart, Yelp.

Aborto e social, Facebook e Instagram cancellano i post che offrono pillole abortive

Facebook e Instagram, i due social network del gruppo Meta, stanno rimuovendo post di utenti che offrono accesso alle pillole abortive, citando come causa la policy inerente ai farmaci. In seguito alla decisione della Corte Suprema USA di cancellare la sentenza Roe contro Wade, molti utenti sui social media hanno iniziato a vendere via mail medicinali per abortire, per le persone che vivono in stati in cui l’assistenza sanitaria per l’interruzione di gravidanza è stata cancellata, o lo sarà presto. In moltissimi casi, è bastato meno di un minuto all’algoritmo di Facebook e Instagram per cancellare i post incriminati: Meta vieta tassativamente la compravendita o anche l’offerta gratuita di armi da fuoco, marijuana e, appunto, farmaci di ogni tipo. Abortion Finder, un sito che permette ai pazienti di cercare le cliniche in USA che offrono assistenza per l’aborto, ha visto il suo profilo Instagram sospeso domenica scorsa, evidentemente per un errore del suddetto algoritmo: la pagina è stata già ripristinata.