Prove di disgelo tra Nelson Piquet e Lewis Hamilton dopo le scuse del brasiliano che fanno seguito all’insulto razzista che nella giornata di ieri aveva sconvolto il Circus della F1. Il tre volte ex campione del mondo aveva infatti visto spopolare una sua intervista raccolta per una tv brasiliana un anno fa, in occasione dello scorso GP di Silverstone.

Secondo quanto si apprendeva dal canale YouTube che aveva trasmesso l’intervista, Piquet avrebbe commentato la manovra “spinta” di Hamilton su Verstappen utilizzato la n-word. Tuttavia, nella giornata di oggi ha voluto fare chiarezza spiegando la sua versione dei fatti:

Vorrei chiarire le storie che circolano sui media riguardo a un commento che ho fatto in un’intervista lo scorso anno. Quello che ho detto è stato mal pensato e non lo difendo, ma voglio chiarire che il termine usato è un termine che è stato ampiamente e storicamente usato in modo colloquiale nel portoghese brasiliano come sinonimo di “ragazzo” o “persona” e non è mai stato inteso come un’offesa.

Dunque una sorta di “licenza” che l’ex pilota brasiliano si è concesso facendo affidamento alla tradizione portoghese ed al suo linguaggio.

Piquet-Hamilton: scuse per l’inglese ma con qualche riserva

Dopo aver contestualizzato la natura delle proprie dichiarazioni, Nelson Piquet è poi andato dritto al punto della questione dichiarando le proprie sincere scuse verso il pilota inglese. Nonostante la sincerità del messaggio, l’ex pilota ha comunque voluto sottolineare la mancanza di correttezza da parte del canale YouTube incriminato nel riportare una traduzione errata delle sue parole:

Non userei mai la parola di cui sono stato accusato in alcune traduzioni. Condanno fermamente qualsiasi insinuazione che la parola sia stata usata da me con lo scopo di sminuire un pilota a causa del suo colore della pelle. Mi scuso con tutto il cuore con chiunque sia stato colpito, compreso Lewis che è un pilota incredibile, ma la traduzione riportata da alcuni media e che sta circolando sui social non è corretta. La discriminazione non ha posto nella F1 o nella società e sono felice di chiarire il mio pensiero a questo proposito