Xi Jin Ping a Wuhan è come un punto di non ritorno, anche se tornare è più che mai utile. A volte serve tornare dove tutto è cominciato per rendersi conto della reale portata di quanto accaduto. Da un piccolo paese in Cina, nella lontana Wuhan, il mondo ha cominciato a temere molto a causa del Covid-19, ormai noto ai più come “il coronavirus”. In Cina, ormai da tempo, si porta avanti una serie di pratiche vessatorie per spaventare i cittadini su un obiettivo: portare la popolazione a nessun contagio. Xi Jin Ping, presidente cinese, ha definito questo percorso un lungo tragitto per quella che è nota nel governo cinese come la “vittoria finale”, un punto di arrivo essenziale verso la corsa contro il Covid-19.

Xi Jin Ping si è proprio recato a Wuhan per verificare lo stato dell’arte, accertandosi di quanto lavoro si stia facendo in questi giorni e quanto ne sia stato fatto in passato. Xi Jinping insiste sulla politica Zero-Covid. E lo fa da Wuhan, da dove torna a parlare di “vittoria finale”. Per il leader cinese “le misure di risposta al Covid-19″ adottate nel gigante asiatico, quelle che ad esempio sono state alla base del lockdown duro e da incubo di Shanghai, sono “le più economiche ed efficaci”. E, “anche se” per il gigante asiatico da 1,4 miliardi di abitanti “ci saranno impatti temporanei sull’economia”, Xi è determinato nell’affermare che “non metteremo in pericolo la vita e la salute delle persone”. Parola d’ordine, “proteggere soprattutto anziani e bambini”.

Xi a Wuhan: “contagi zero è il nostro obiettivo”

Xi è stato ieri nella megalopoli cinese della provincia di Hubei, la prima città al mondo, alla fine del 2019, a fare i conti con la diffusione del coronavirus. L’area di Hubei, tra le altre cose, è al centro della cronaca di questi giorni. “Se la Cina, che ha una popolazione numerosa, avesse scelto politiche come l’immunità di gregge – ha detto il presidente cinese nelle dichiarazioni riportate dall’agenzia Xinhua – avrebbe dovuto far fronte a conseguenze catastrofiche”. E nel suo intervento ha anche parlato di una “politica ‘zero dinamico’ formulata dal Comitato centrale del Partito comunista cinese sulla base della natura e degli obiettivi del Partito” e delle “condizioni nazionali”.