Opzione donna 2023 ultimissime

Opzione donna 2023 ultimissime. La misura dovrebbe essere prorogata nella prossima riforma delle pensioni, che comunque tarda ad arrivare. I partiti sono lontani dal raggiungere un compromesso e lo spettro del ritorno alla legge Fornero si fa sempre più concreto. Come detto però, l’opzione per il pensionamento anticipato che permette alle lavoratrici autonome, ed alle lavoratrici dipendenti, di ritirarsi con l’assegno INPS e con un’età inferiore ai 60 anni, ha buone chance di essere prorogata al 2023. Potrebbero essere attuate delle modifiche andando ad eliminare o a ridurre le ampie finestre di decorrenza. Dalla maturazione dei requisiti, al pagamento della pensione, infatti, attualmente devono trascorrere 12 mesi per le lavoratrici dipendenti. E ben 18 mesi per le lavoratrici autonome. Se non eliminate, queste finestre di decorrenza andrebbero quantomeno ridotte sensibilmente.

Riforma pensioni 2023

Visto il rischio di ritorno alla Fornero, sul tema è particolarmente attiva la Lega che vuole a tutti i costi scongiurare l’ipotesi. Il Carroccio continua a proporre Quota 4141 anni di contribuzione per uscire dal lavoro prevedendo uno sconto alle donne con figli. Ad anticipare il “piano” della Lega per cambiare la previdenza, a Il Tempo è l’ex sottosegretario leghista, Claudio Durigon:

“Vorremmo inserire nella riforma lo sconto dei contributi a chi ha avuto figli, togliendo un anno ai 41 necessari per ogni ragazzo o ragazza”. E sancire una volta per tutte la soglia di contribuzione necessaria, i 41 anni, per lasciare il posto. Poi si possono introdurre correttivi per alcune categorie”.

Tra le condizioni suggerite dal deputato leghista è lo sconto dei contributi per chi ha avuto figli. Quindi togliere, uno o due anni ai 41 anni di contributi i base ai figli. In questo modo si avrà una equità di assegno pensionistico tra uomo e donna.

Per quanto riguarda l’impatto sulle finanze pubbliche, secondo Durigon, quota 41 non è invasiva sulle casse dello Stato. Anche perché il conteggio con il retributivo, che si è dimostrato più costoso per lo Stato, sta diminuendo. Infatti, molti lavoratori hanno lasciato il lavoro in anticipo e quindi l’impatto economico diminuirà sempre di più.

La proposta di Tridico

La proposta del presidente dell’Inps Pasquale Tridico è quella su cui sta ragionando il governo. Si tratterebbe di un’uscita anticipata a 63-64 anni di età con la cosiddetta pensione in due tempi. Sarebbe un nuovo sistema per permettere a chi lo desiderasse di andare in pensione prima dei 67 anni di età, ricevendo una parte della pensione, quella contributiva, prima dei 67 anni, e una parte della pensione, quella retributiva, una volta maturati i normali requisiti per la pensione di vecchiaia (67 anni di età e almeno 20 anni di contributi).