L’agenda politica italiana è pronta ad affrontare nel pomeriggio il delicato tema dello ius scholae, atteso alla Camera dopo l’ok di ieri della Commissione. La maggioranza è spaccata, con la sinistra favorevole e la destra contraria, mentre il provvedimento riguarda circa 900mila studenti.

Ius Scholae, alla Camera si vota la proposta che riguarda 877mila studenti

C’è attesa per il passaggio alla Camera del decreto “ius scholae”, un provvedimento che legittima la cittadinanza per i figli degli immigrati che completano parzialmente o totalmente il percorso di studi in Italia. Ieri il primo voto alla Commissione degli Affari Costituzionali, con barriere ben evidenti e qualche indeciso che potrebbe spostare l’ago della bilancia da una parte o dall’altra.

Il centrosinistra è perfettamente allineato al voto favorevole, mentre la coalizione di centrodestra risulta più frammentata: è in particolare la posizione di Forza Italia a far saltare momentaneamente il banco. Ci sono molti aspetti che legano lo ius scholae al quasi omonimo ius soli, rimasto per lungo tempo impantanato in Aula. O ancora lo ius culturae che ricalca in maniera piuttosto fedele l’attuale proposta di legge. Come detto, condizione indispensabile per farne richiesta sarà il completamento del ciclo di studi in Italia per almeno cinque anni.

In attesa del voto anche Save the Children ha espresso la propria opinione a riguardo:

“L’attuale legge sulla cittadinanza (che risale al 1992) non prevede che le bambine e i bambini figli di genitori stranieri, nati in Italia o giunti nel nostro Paese, possano acquisire la cittadinanza italiana prima della maggiore età. Ciò significa dover vivere gli anni decisivi della crescita senza essere considerati “italiani” a tutti gli effetti, a causa di una legge ormai vetusta. Assicurare loro la piena integrazione nella comunità è fondamentale per garantire una piena condivisione dei diritti e delle opportunità dei loro coetanei.

Stando al rapporto dell’Organizzazione oltre l’82% delle scuole italiane è “coinvolto” nel fenomeno migratorio, con classi sempre più multietniche. Sugli alunni che potrebbero fare richiesta di ius scholae, 877mila in tutto, il 65% è nato in Italia.

Le dichiarazioni del mondo politico alla vigilia

Come detto, le posizioni delle forze politiche sembrano lontane da una convergenza. Il centrosinistra si mostra compatto e favorevole alla proposta, mentre il centrodestra mostra più di qualche scetticismo:

“Nonostante le difficoltà e l’ostruzionismo di Lega e FdI, abbiamo fatto un primo passo avanti. La strada è ancora lunga, ma la direzione è quella giusta”

Matteo Mauri, responsabile Pd per le politiche sulla cittadinanza

“Finalmente si va in aula, davanti a tutti gli italiani, per iniziare a saldare un debito con migliaia di ragazzi che si sentono italiani, ma che non sono riconosciuti come tali dallo Stato”

Giuseppe Brescia, presidente M5s Commissioni Affari Istituzionali

“La cittadinanza non è un biglietto a premi e va decisa solo quando si compiono 18 anni, non vogliamo che diventi uno ius soli mascherato”

Matteo Salvini, leader della Lega

“Nel testo unico Pd-M5S la manifestazione di volontà è dei genitori stranieri e non dei ragazzi, il minore non è neppure ascoltato ma diventa uno strumento per un lasciapassare alla cittadinanza facile”

Emanuele Prisco e Augusta Montaruli, deputati Fdi