Ha dell’incredibile la recente notizia di un audio di Nelson Piquet in cui l’ex campione del mondo utilizza un insulto razzista nei confronti di Lewis Hamilton. Per contestualizzare l’episodio bisogna far ritorno all’ultimo GP di Silverstone, dove il 44 è di casa e che proprio in quell’occasione fu protagonista di uno scontro con Max Verstappen.
Nell’occasione, i due piloti allora in lotta per il titolo andarono ruota a ruota con l’inglese che praticamente “spinse” verso l’estero e poi a muro il rivale olandese. La commissione di gara non prese alcun provvedimento nei confronti di Hamilton giudicando lo scontro come un contatto di gara.
Da lì la nascita di tante polemiche che poi dureranno per tutto l’anno trovando in Michael Masi il capro espiatorio a fine anno. Proprio in quel GP di Silverstone, tuttavia, Nelson Piquet diede sfogo a tutta la propria frustrazione sfogando in un chiaro episodio di razzismo:
Il n***etto ha posizionato la macchina in modo che Verstappen non potesse sterzare. Il n***etto l’ha fatto perché sapeva che quella curva non avrebbero potuto farla in due. È stato fortunato che solo l’altra macchina sia andata a sbattere, ha agito in modo sporco.
Piquet razzista con Hamilton: la dura risposta della Formula 1
Le parole di Nelson Piquet erano state rilasciate ad una tv brasiliana ma poi tramite YouTube hanno trovato un eco mediatico diverso, scatenando la tempesta di critiche. Sul tema è naturalmente stata costretta ad intervenire la Formula 1 che ha comunicato ufficialmente quanto segue:
Il linguaggio discriminatorio o razzista è inaccettabile in qualsiasi forma e non può avere alcun ruolo nella nostra società. Lewis è un incredibile ambasciatore del nostro sport e merita rispetto. I suoi instancabili sforzi per aumentare la diversità e l’inclusione sono una lezione per molti e qualcosa in cui ci impegniamo in F1.
La risposta di Hamilton
Un episodio davvero triste soprattutto dopo che lo stesso Hamilton si è battuto più volte per lanciare messaggi contro ogni forma di discriminazione, compresa quella razziale. Lo stesso pilota inglese ha così commentato:
Non si tratta solo di linguaggio. Queste mentalità arcaiche devono cambiare e non hanno posto nel nostro sport. Sono stato circondato da questi atteggiamenti e preso di mira per tutta la vita. C’è stato molto tempo per imparare. È arrivato il momento di agire.