Sono stati sequestrati quasi 800 milioni di euro a 143 le persone fisiche e giuridiche residenti per la maggior parte tra Napoli e Caserta. I soldi in questione riguardavano crediti derivanti da bonus edilizi e di locazione. La maxi frode è stata scoperta grazie all’inchiesta della Guardia di Finanza di Napoli partita da una analisi dei dati relativi a crediti per lavori di ristrutturazione, di efficientamento energetico e per canoni di locazione, previsti dal dl 34/2020, il cosiddetto ‘decreto rilancio‘.
Le indagini della Guardia di Finanza
Le fiamme gialle, tra i finti titolari di crediti, hanno individuato anche soggetti più volte segnalati per esercizio abusivo dell’attività di parcheggiatore, o per essere risultati privi di partita Iva, per aver svolto attività d’impresa per un solo giorno o, ancora, per essere risultati impegnati in settori economici differenti da quello edilizio e persino per contiguità con la camorra, sia napoletana che casertana. Uno dei responsabili era detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Gli approfondimenti sono stati compiuti sulle negoziazioni dei due imprenditori vallesi, avvenute tra il 2021 e l’anno in corso, hanno consentito di individuare un’ulteriore, numerosa platea di cessionari, i cui crediti, al pari dei primi, derivavano da lavori edili e da locazioni immobiliari in realtà inesistenti. I cessionari, infatti, avevano comunicato all’Agenzia delle Entrate, attraverso l’inserimento di moduli di cessione al portale Entratel, la disponibilità di crediti dell’ammontare di svariati milioni di euro, ricevuti a fronte di fantomatici lavori di ristrutturazione di fatto mai eseguiti.
Hanno spiegato dalla procura di Napoli Nord.
La Guardia di Finanzia ha inoltre accertato che oltre il 70% delle persone coinvolte nella maxi frode risultava percettore o comunque richiedente il reddito di cittadinanza.
La somma sequestrata
La somma sequestrata comprende i crediti ceduti a Poste Italiane spa ai fini della loro negoziazione e la quantificazione è ancora in corso.
L’attività illecita oggetto di accertamento che realizza un comportamento delittuoso già in precedenza monitorato è di tale gravità, per l’elevatezza delle somme negoziate, da poter concretamente determinare un sensibile nocumento alle risorse pubbliche, depauperate e distolte dalla loro corretta destinazione alla riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale e all’attuazione della transizione ecologica, obiettivi di fatto divenuti di più difficile conseguibilità.
Ha scritto la procuratrice Maria Antonietta Troncone.