Sempre più arido. Dopo mesi senza un goccio di pioggia il Po, il fiume più lungo d’Italia, sta raggiungendo situazione record di bassi livelli d’acqua. Tanto da essere visibile anche dai satelliti nello spazio.
Oltre 100 giorni di siccità e nessun rovescio
L’acqua nella Pianura Padana è ora scesa a livelli record, anche a causa della mancanza di precipitazioni che sta soffrendo il nord Italia, nonché delle alte temperature e della mancanza di neve sulle montagne che alimentano il fiume. Secondo l’Osservatorio del Po, molte di queste aree sono ormai senza pioggia da più di 110 giorni. Il fiume è normalmente un ampio specchio d’acqua torbida ora si è prosciugato con grandi distese di sabbia esposte. In una pianura Padana che è l’area agricola più importante del Paese: con la siccità in corso, gli agricoltori stanno lottando per mantenere irrigati i raccolti e molte città della Pianura Padana sono state invitate a razionare l’acqua durante la notte.
La siccità pone le coltivazioni a rischio
Il livello del Po è a -3,4 metri rispetto allo zero idrometrico, oltre mezzo metro più basso che a Ferragosto di un anno fa, con la siccità che colpisce i raccolti, dal riso al girasole, dal mais alla soia, ma anche le coltivazioni di grano e di altri cereali e foraggi per l’alimentazione degli animali, in un momento in cui è necessario garantire la piena produzione, a causa della guerra in Ucraina. Lo stato del più grande fiume italiano è rappresentativo della drammatica difficoltà in cui versa l’intero Paese – evidenzia la Coldiretti – dove si inizia a pensare al razionamento dell’acqua anche nelle ore diurne.
Il capo della Protezione Civile Curcio: “Precipitazioni dimezzate”
Una situazione gravissima, sottolineata anche dal capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio: “La fotografia in Italia è un 40-50% di acqua piovuta in meno quest’anno rispetto alle medie degli ultimi anni. Abbiamo avuto fino al 70% di neve in meno. Abbiamo fiumi come il Po – prosegue il capo della Protezione Civile – che ha portate fino all’80% in meno. La situazione generale è di carenza di risorsa idrica, di pioggia. In alcune aree diventa impattante in maniera assolutamente importante sulla produzione agricola, ittica, e dell’energia elettrica“. Ma la situazione, spiega Curcio, è grave a livello nazionale.
Noi dobbiamo dichiarare lo stato di emergenza una volta che abbiamo chiaro quali sono le misure che si possono mettere in campo. I criteri e le misure le stiamo definendo con le Regioni. Appena, penso nelle prossime giornate, al massimo un paio di settimane, avremo chiaro le misure potremo fare la dichiarazione dello stato di emergenza
A Milano fontane in secca
La battaglia contro lo spreco dell’acqua diventa quindi primaria e fondamentale: per questo i Comuni hanno iniziato a prendere decisioni drastiche che non si vedevano da tempo. Milano, ad esempio, ha deciso di chiudere le fontane, per cercare di evitare una estate ancora più arida.