Durante una manifestazione pro-aborto la deputata americana Alexandria Ocasio-Cortez ha confessato di essere stata vittima di stupro quando viveva a New York. Una rivelazione pubblica che rende ancor più reale il cambiamento deciso solo qualche giorno fa dalla Corte Suprema degli Stati Uniti e per cui sono stati organizzati diversi cortei in tutta la nazione.
Usa, Ocasio-Cortez tra le figure politiche più attive: “Ora subito cliniche sui terreni federali”
La 33enne deputata americana Alexandria Ocasio-Cortez ha svelato durante una manifestazione pro-aborto di essere stata vittima di stupro durante la sua permanenza a New York. Una testimonianza significativa da parte della figura politica femminile più giovane di sempre al Congresso:
“Quando avevo circa 22 anni sono stata violentata mentre vivevo qui a New York City. Ero completamente sola e ho deciso di verificare le conseguenze con un test di gravidanza che ho eseguito in un bagno pubblico di Manhattan. Ho aspettato e atteso ma in cuor mio sapevo che avrei potuto scegliere“
Insieme alla senatrice democratica Elizabeth Warren, Ocasio-Cortez ha immediatamente invitato il presidente Joe Biden a replicare alla sentenza usando tutti gli strumenti a disposizione:
“Serve aprire urgentemente cliniche per l’aborto su terreni federali negli Stati repubblicani che imporranno il divieto. Questo sarà il primo passo, il più piccolo. C’è molto che possiamo fare a livello federale dal punto di vista amministrativo secondo la legge attuale e dobbiamo sfruttare tali permessi”.
Sui social la deputata ha inoltre avuto uno scambio animato con la rivale repubblicana Marjorie Taylor Greene, che la accusa di voler creare un’escalation di violenza e insurrezione. Ocasio-Cortez ha citato il ruolo rilevante che la stessa Greene ricoprì per sua ammissione durante l’assalto al Campidoglio.
Le principali aziende americane prendono posizione sul diritto all’aborto
Intanto è andato ufficialmente in archivio un lungo weekend di proteste e manifestazioni sull’intero territorio nazionale americano, dove i principali cartelli recitavano lo slogan “Non controllerete mai il mio corpo”. In molti Stati, specialmente quelli a guida repubblicana, il divieto all’aborto è stato immediatamente applicato secondo le recenti disposizioni, in totale saranno 26 (ossia la metà esatta) in cui verrà revocata la scelta. Altri Stati, dallo Utah al Wyoming fino al Texas, attendono l’ufficialità entro la fine di luglio.
Dopo la storica decisione della Corte Suprema di venerdì scorso, la fiducia degli americani nella Corte è crollata ai minimi storici: solo il 25% ha fiducia nell’istituzione contro il 36% di un anno fa. Il 59% degli americani inoltre non condivide la decisione dei giudici. Il caso più eclatante di mobilitazione si è registrato a Fairfax, in Virginia, dove una folla nutrita si è radunata davanti all’abitazione di uno dei giudici che ha espresso la sentenza.
La notizia scuote anche il mondo business, che ha preso posizione sulla questione: tante le big company che promettono di tutelare le proprie dipendenti arrivando anche a pagare le spese di viaggio necessarie a tutelare il loro diritto all’aborto. Disney, Apple, Alphabet, JPMorgan Chase, Meta e Bank of America sono in cima alla lista. Situazione che rimane necessariamente da monitorare.