Intervista al Coordinatore Nazionale di Alternativa Popolare, Stefano Bandecchi

Salve Bandecchi, la sua discesa in campo in Alternativa Popolare è una novità della politica. Perché questa scelta, che la esporrà alle critiche di parte e ad ovvie difficoltà?

Ho deciso di mettermi a disposizione della politica perché credo che ci sia un’assenza di idee, progetti, di proposta politica che deve essere colmato. I dati sull’astensionismo sono preoccupanti e confermano le mie impressioni: i cittadini non hanno più fiducia, o peggio, speranza. Chi, come me, ha già realizzato tanto nella propria vita ponendosi e raggiungendo obiettivi ambiziosi, deve ora dedicare i propri sforzi alla collettività, ai cittadini, al Paese.

Gli scenari politici attuali

Cosa pensa delle ultime vicende parlamentari ed elettorali, ed in generale dello scenario politico che si sta configurando?

C’è una situazione di fibrillazione, di cambiamento, di scomposizione. La scissione nei 5 stelle ha definitivamente chiuso una parentesi dannosa per il Paese, rendendo evidente ai cittadini che gli slogan e i programmi populisti sono buoni per prendere voti ma poi irrealizzabili, quando non dannosi. Non ci si improvvisa, in politica. Eleggere nelle Istituzioni persone con nessuna esperienza, spesso con nessuna competenza e senza alcun merito, significa indebolire l’azione del parlamento e del governo. Senza peraltro mantenere nessuna delle promesse fatte negli anni, e dico fortunatamente: no Europa, no euro, no trivelle, no tap, no tav, no spese militari, no grandi opere. Nessuno di questi punti è stato mantenuto dai 5 stelle nonostante forza di maggioranza in Parlamento e con un loro presidente del consiglio. È stato un tragico bluff, ai danni dello Stato e dei cittadini. Però…

Però?

Se è nato e cresciuto il fenomeno populista è per colpa della classe dirigente politica, che ad un certo punto si è avvitata su sé stessa senza avere più la capacità di ascoltare i cittadini e di porre in essere azioni per andare incontro ai loro bisogni e ai loro legittimi interessi. Ora è il momento giusto per rilanciare la buona politica e dimostrare che i cittadini sono al centro di ogni nostro pensiero, o avremo un duplice risultato negativo: maggiore astensione e ritorno dei populismi. In questo è fondamentale l’impegno del Presidente Draghi, che sta mostrando eccezionali capacità di mediazione e decisione, ha rimesso l’Italia al centro nello scacchiere internazionale recuperando la credibilità persa negli ultimi anni. Sta ai partiti, a tutti i partiti, dimostrare di essere all’altezza della situazione e di due Presidenti, Draghi e Mattarella, che sono giganti.

Cosa pensa della scissione di Di Maio?

Di Maio è molto cresciuto politicamente, ha avuto la capacità e la maturità di studiare, capire le dinamiche interne ed internazionali, e ha capito che la politica è cosa seria. La linea ondivaga del m5s attuale, tra populismo, posizioni filorusse e rapporti con la Cina, è pericolosa e indebolisce gravemente l’Italia e la sua credibilità. La scelta di Di Maio contribuisce a rafforzare, invece, il governo e la posizione geopolitica dell’Italia, che è convintamente atlantista ed europeista. Non so se questa scelta lo ripagherà in termini elettorali, ma certamente è la scelta giusta per il Paese, una scelta di responsabilità.

La linea politica di Alternativa Popolare

Alternativa Popolare andrà col centrodestra o col centrosinistra?

La nostra collocazione naturale è nel centrodestra, nella sua parte centrale, senza dubbi. Il punto è, semmai: ci sarà un centrodestra nel 2023? I problemi di Salvini e nella Lega sono visibili. Anche in quel partito sembrano esserci due linee politiche, una di responsabilità tenuta dai soggetti impegnato al governo nazionale e nelle regioni e una populista che, però, è tenuta dal leader del partito Salvini. Sarà interessante capire quali saranno le loro evoluzioni interne, anche rispetto alla tenuta delle alleanze con Forza Italia e Fratelli d’Italia. E altro punto fondamentale sarà la legge elettorale: se arriveremo al proporzionale, si tornerà ad una politica più ragionata e di mediazione ma si potranno avere scenari politici diversi.

E quale sarà la vostra linea? Vi rivolgerete all’elettorato moderato, ovviamente, ma pare ci siano più leaders e partiti che voti nell’area moderata…

Noi ci rivolgiamo a tutti i cittadini italiani. Moderato è un’etichetta, ma bisogna chiarire cosa ci sia scritto su quell’etichetta. Vogliamo rappresentare le istanze delle famiglie e delle imprese, vogliamo politiche ambientali forti ma sostenibili e non ideologiche, vogliamo un fisco equo, vogliamo ascoltare le istanze dei cittadini e metterle al centro del nostro programma politico. Un programma in linea con quello del Partito Popolare Europeo di cui siamo orgogliosi di  fare parte. In Italia non si fanno più figli: è possibile immaginare un futuro se non nascono bambini? E’ possibile immaginare un sistema pensionistico se non ci sono giovani che lavorano e versano contributi? È possibile pensare a ricerca, innovazione e tecnologia se le migliori teste vanno a lavorare all’estero? Ed è possibile immaginare di abituare le persone a prendere il reddito di cittadinanza senza, invece, aiutare le imprese a crescere e creare posti di lavoro e opportunità di carriera? O le sembra possibile mettere gli imprenditori davanti alla scelta se pagare tasse insostenibili per un sistema che non funziona o investire nella propria azienda per crescere? Io credo al principio della sussidiarietà e della libera scelta dei cittadini, in ogni ambito. Lo Stato deve garantire pari condizioni ed opportunità e il cittadino deve poter scegliere. Vale per l’istruzione, ed ho dimostrato che è possibile avere una università di eccellenza che non pesa un euro allo Stato e ha un costo pari o inferiore alle università pubbliche per gli studenti, così come potrebbe e dovrebbe valere per ogni altro settore. È questo il punto, non se si ci autodefinisce moderati o centristi. Saranno il programma e la nostra proposta politica e di visione a determinare il nostro successo, non le etichette.

Ha già incontrato i leader degli altri partiti del centrodestra?

Ho già incontrato Berlusconi, a breve incontrerò tutti. Si possono vincere le elezioni per mille ragioni, ma se non si scrive un programma comune, se non si chiarisce quale sia la piattaforma programmatica condivisa, se non si trovano le ragioni per stare insieme e governare, poi si cade e si fa male all’Italia, come già avvenuto in questi anni. Noi ci siamo, stiamo già lavorando con eccellenze e professionisti di diversi ambiti, per stilare le nostre proposte, con una sola direttrice: il benessere dei cittadini che vivono in Italia. Offriremo la nostra visione ed il nostro programma alla coalizione e ai cittadini, e su quella base siamo disposti a lavorare e a confrontarci con tutti. La politica negli ultimi tempi è stata avviluppata in sé stessa, perdendo di vista i cittadini. Per noi, invece, la buona Politica è servizio e mediazione. Sono fiducioso che, con gli altri partiti, riusciremo a trovare una sintesi e a proporre al Paese programmi e soluzioni realizzabili, concreti, moderni e di prospettiva. Perché, personalmente, ho un grande obiettivo: restituire ai nostri concittadini l’ottimismo e la speranza che sono stati loro rubati. E quando voglio raggiungere un obiettivo, lo raggiungo.