Massimo Ranieri genitori, la commozione nel ricordarli durante l’ospitata da Mara Venier in Il Meglio di Domenica In.
Massimo Ranieri genitori, la commovente intervista a Domenica In
L’amato cantautore italiano, Massimo Ranieri, è stato tra gli ospiti della puntata Il Meglio di Domenica In.
Nel raccontare il suo libro Tutti i sogni ancora in volo ha ammesso di averlo scritto per il suo amato pubblico, avendo sempre avuto riconoscenza verso chi lo ha amato e aiutato.
“Me li ricordo tutti”, ha ammesso. “Ho acceso questo motore e non si è mai fermata questa macchina”, ha raccontato Massimo rivedendo i momenti più belli della sua carriera, “avevo bramosia di imparare e migliorarmi e questa cosa non mi ha mai fatto fermare anche quando avrei dovuto”.
Solo a 24 anni, nel pieno del suo successo, decise di fermarsi: “Sono stato incosciente ma coraggioso”, ha spiegato, “sono andato dai discografici ed ho detto che non avrei più cantato. Mi sentivo un limone da spremere e pronto per essere buttato via, lo avevo sentito sulla pelle”.
La sua carriera teatrale
Massimo Ranieri ha raccontato poi del momento in cui iniziò a intraprendere la carriera teatrale: “Ho avuto una grande proposta che mi ha cambiato la vita”. E subito il suo pensiero si è spostato verso i suoi genitori: “Non si può capire la mancanza di questi pilastri. Quando vengono a mancare ti manca la terra sotto i piedi. Nell’ultimo periodo mia mamma la sentivo quattro volte al giorno perché si scordava”. E aggiunge: “La mia grande fortuna? Ho avuto sempre mio padre accanto che mi ha tenuto con i piedi per terra”. Proprio il papà è stato il suo primo ammiratore: “Aveva un animo nobilissimo di una dolcezza infinita. Aveva un animo artistico”.
Avendo iniziato a lavorare a soli 7 anni, ricorda di essere stato un bambino che non ha mai vissuto l’infanzia: “A 7 anni mi alzavo alle 8 del mattino per andare a lavorare. Quel bambino non ha mai giocato, mai vissuto l’adolescenza. Io non ho mai smesso di lavorare da allora e quel bambino me lo porto dentro”.
Massimo Ranieri e la commozione
“Mi commuove parlando dei miei genitori, questi due pilastri mi mancano tanto”, ha detto commuovendosi. Inizialmente, mentre la madre non voleva che cantasse, il padre intuì fin da subito il suo grande talento.
Arriva poi il ricordo di Lucia Bosè: “Io persi completamente la testa per Lucia Bosè. Giravamo qui a Roma”; e poi ancora Vittorio De Sica: “Lui in particolar modo è stato una specie di papà per me. Questi grandi maestri si affezionavano perché penso vedessero in me un ragazzino con tanta volontà, la fame che mi si leggevano in faccia, la mia storia la conoscevano, io venivo dal niente e questa cosa a loro affascinava”.