Sono mesi in cui Papa Francesco continua a chiedere la pace per l’Ucraina, martoriata dalla guerra da ben 123 giorni. Ma l’appello del Pontefice va oltre i confini del vecchio continente, spingendosi fino in Ecuador dove – dopo giorni di proteste e scontri – c’è un primo spiraglio di pace e dialogo. Nella preghiera dell’Angelus odierna il Santo Padre chiede ai fedeli di continuare a pregare per la pace nelle terre più colpite dai conflitti.
Papa Francesco: “In Ucraina bombardamenti che causano morti e sofferenze alla popolazione”
Da quasi quattro mesi l’Ucraina è sotto i bombardamenti dell’esercito russo, una situazione che provoca migliaia di morti tra i civili e non. Per Papa Francesco è importante continuare a pregare affinché il popolo ucraino possa ottenere presto la pace, come si evince dalle sue parole nella preghiera dell’Angelus di oggi:
“Vedo che ci sono bandiere dell’Ucraina: lì, in Ucraina, continuano i bombardamenti che causano morti, distruzione e sofferenze per la popolazione. Per favore, non dimentichiamo questo popolo afflitto dalla guerra. Non dimentichiamolo nel cuore e nelle nostre preghiere“
Prima di portare l’appello di pace dall’Ucraina all’Ecuador, il Pontefice ricorda suor Luisa Dell’Orto, uccisa ieri a Port-au-Prince (Haiti) dove da oltre 20 anni aiutava la popolazione locale:
“Desidero esprimere la mia vicinanza ai familiari e alle consorelle di Suor Luisa Dell’Orto, Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, uccisa ieri a Port-au-Prince, capitale di Haiti. Da vent’anni suor Luisa viveva là, dedita soprattutto al servizio dei bambini di strada. Affido a Dio la sua anima e prego per il popolo haitiano, specialmente per i piccoli, perché possano avere un futuro più sereno, senza miseria e senza violenza. Suor Luisa ha fatto della sua vita un dono per gli altri fino al martirio”
Il messaggio per l’Ecuador
Dopo giorni di scontri che hanno portato migliaia di feriti e cinque morti, le istituzioni ecuadoriane hanno tolto lo stato d’emergenza nelle province di Imbabura, Pichincha, Cotopaxi, Tungurahua, Chimborazo e Pastaza. Una decisione presa dopo le proteste della comunità indigena Conaie, che nelle scorse settimane aveva dato il via a una serie di manifestazioni contro il carovita. movimento indigeno ha presentato una lista di dieci punti dove sono inclusi una riduzione dei prezzi del carburante, un calmiere sui beni di prima necessità e che non venga estesa l’attività petrolifera e mineraria in Amazzonia.
Primi segnali di dialogo in Ecuador che però non bastano a portare la pace sociale e, per questo motivo, Papa Francesco chiede ai fedeli di pregare affinché si trovi un vero accordo pacifico:
“Sono vicino a quel popolo e incoraggio tutte le parti ad abbandonare la violenza e le posizioni estreme. Impariamo: solo con il dialogo si potrà trovare, spero presto, la pace sociale, con particolare attenzione alle popolazioni emarginate e ai più poveri, ma sempre rispettando i diritti di tutti e le istituzioni del Paese”
Nella giornata di ieri, invece, il Papa aveva parlato in questa maniera alle famiglie, in occasione del X Incontro Mondiale.
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