Marcell Jacobs torna dopo l’infortunio che lo ha tenuto lontano dalle piste e lo fa con una vittoria agli Assoluti di Rieti. Il rientro in pista è senza spingere, ma tanto basta all’atleta di Desenzano per vincere con un tempo di 10″12 con vento contrario (-0.9 m/s).
Si ferma al terzo posto l’ex primatista nazionale Filippo Tortu (10″24) dietro a Chituru Ali. Lorenzo Patta, terzo staffettista d’oro delle Olimpiadi, chiude in 10″28.
Un buon primo test di rientro che porterà Marcell Jacobs ai Mondiali di Eugene che si disputeranno dal 15 al 24 luglio, dove l’azzurro punterà alla tripla corona (Olimpiadi e Mondiali indoor, già vinti e l’outdoor, quello che gli manca. Il rivale da battere è Fred Kerley, lo statunitense a cui Jacobs ha dato un segnale chiaro, anche se ai Trials l’americano è sceso ben sotto il tempo di Jacobs chiudendo la finale con un mostruoso 9”76.
Ora la testa è a Stoccolma il 30 giugno, prossimo impegno dopo Rieti, dove Jacobs deve dare una dimostrazione ancor più convincente dei 100 metri appena corsi.
Jacobs dopo la vittoria di Rieti: “Sono tornato? Non me ne ero mai andato”
“Non sono soddisfattissimo del tempo ma l’importante era tornare a correre, ora c’è Stoccolma e poi i Mondiali. Mi serviva ricominciare a gareggiare dopo aver fatto una sola gara all’aperto ed essere stato fermo per questo infortunio. In finale comunque le sensazioni erano migliori rispetto alle batterie. Hanno fatto ottimi tempi ma Eugene è una pista velocissima. L’importante per me era ritrovare l’assetto, non sono ancora capace di gestire un 100 metri completo e oggi ho voluto evitare contrazioni e cose strane. Ma ho avuto belle sensazioni e a Stoccolma cercheremo di spingere al 100%”.
Cerco sempre di onorare il campionato italiano se le condizioni fisiche me lo consentono, l’importante era tornare a gareggiare per trovare le sensazioni e in finale è già andata meglio che in batteria, peccato il vento contro, non sono molto soddisfatto del tempo. Preoccupato in vista dei Mondiali? In allenamento ho sempre dovuto fare tutto a basso ritmo e tornare ai ritmi alti non è facile, a Stoccolma spingeremo di più e vedremo come va. Siamo nell’ombra, ma stiamo tornando. Anzi, non ce ne siamo mai andati”.