Entro una settimana arriverà un nuovo decreto interministeriale per l’invio di armi all’Ucraina: il premier Mario Draghi firmerà la delibera solo dopo che sarà stata fatta la ricognizione del materiale bellico. Secondo il nuovo provvedimento, l’Italia potrà inviare a Kiev anche mezzi blindati, artiglieria pesante e armi sia a media che lunga gittata.
Ucraina, quali armi arriveranno grazie al nuovo decreto del governo Draghi
Una volta ottenuto l’ok del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, il premier Mario Draghi firmerà il nuovo decreto per l’invio di armi all’Ucraina: una decisione presa dopo l’intervento del presidente del Consiglio al Senato dove veniva ribadito il sostegno al presidente Zelensky. Quello della prossima settimana sarà il quarto decreto interministeriale in tema armi, con il testo che verrà anticipato al Copasir e, come i precedenti provvedimenti, anche questo sarà secretato.
Il decreto conterà l’invio di equipaggiamento militare e veicoli blindati dalla fanteria, oltre a varie armi a media e lunga gittata: non mancheranno infatti i cannoni Fh70 da 155 millimetri che colpiscono obiettivi a 30 chilometri di distanza, con l’Italia che potrà inviare anche gli Mlrs, cingolati lanciarazzi che possono sparare contemporaneamente 12 colpi e che sono i mezzi più richiesti dall’esercito ucraino.
Resta il problema delle munizioni, soprattutto per l’artiglieria pesante: una soluzione potrebbe essere quella di farle garantire dagli anglosassoni, ma questo significherebbe dover modificare le armi e, qualora fosse necessaria una modifica, l’invio di armi diventerebbe operativo solo dopo qualche settimana. Tra le attrezzature belliche che potrebbero subire qualche cambiamento ci sono anche gli M109, vecchi cannoni semi-moventi che l’esercito italiano ha tolto tempo dal servizio.
Italia in linea con strategia dell’Occidente
Il nuovo decreto sull’invio di armi in Ucraina è in linea con la strategia dell’Occidente, sempre in prima linea per dare supporto militare al presidente Zelensky. L’Italia potrebbe ricoprire un ruolo cruciale perché potrebbe addestrare l’esercito ucraino all’utilizzo delle armi inviate dagli alleati. Come scrivono alcune fonti Nato, il nostro Paese starebbe fornendo agli alleati occidentali una cooperazione logistica sul proprio territorio.
Per Kiev resta fondamentale ricevere armi dall’Occidente visto che deve rispondere ai continui attacchi dell’esercito del Cremlino: secondo gli ultimi dati riportati dalla vice-ministra ucraina della Difesa Hanna Malyar, i russi sparano circa 60mila colpi di artiglieria al giorno, per lo più proiettili di calibro da 122 e 152 mm che sono gli stessi utilizzati dall’esercito ucraino. Le truppe dell’Ucraina hanno difficoltà a procurarsi questo tipo di munizioni – risalenti all’epoca sovietica e che si trovano solo nei Paesi che facevano parte del patto di Varsavia – per questo l’Occidente deve dargli una mano.
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