Il Superbonus 110% sta mettendo a repentaglio la vita di molte imprese edili: se da un lato i fondi stanziati dal governo sono finiti, dall’altro le banche hanno deciso di bloccare la cessione dei crediti alle imprese visto il superamento del livello di imposte e contributi che possono essere oggetto di compensazione. Un caos che non piace al M5s – primo sostenitore del Superbonus – che chiede al governo un intervento diretto per salvare le aziende coinvolte.
Superbonus, la circolare dell’Agenzia delle Entrate complica la situazione
A complicare la situazione non tanto serena intorno al Superbonus 110% ci ha pensato l’Agenzia delle Entrate con una circolare dove si chiede alle banche la la massima attenzione nel verificare i requisiti della cessione del credito, in modo così da evitare di risultare responsabili in solido degli illeciti ai danni del fisco. La minuziosa verifica rischia di appesantire l’ier sia delle imprese che delle stesse banche con gli istituti di credito che, peraltro, hanno richiesto da sempre documentazioni estensive e certificazioni da parte di terzi, attirandosi le critiche per l’eccessiva quantità di documenti richiesta.
Il governo ora deve mettersi all’opera, dove giovedì sera si sono incontrati il viceministro all’Economia Laura Castelli e il sottosegretario al Mef Federico Freni: al centro del colloquio lo sblocco dei plafond delle banche e la possibilità di concedere la cessione del credito alle partecipate pubbliche. Tuttavia ci sono diversi nodi da sciogliere, tra cui i debiti pregressi nei cassetti fiscali e l’obbligo dell’attestazione Soa, necessaria alle imprese che vogliano avvalersi degli incentivi fiscali relativi ai lavori edilizi. Il confronto con il governo su tutti questi temi ci sarà lunedì, con l’obiettivo di inserire alcune modifiche tramite emendamenti al decreto aiuti.
M5s: “Governo risolva questo problema che mette in difficoltà le imprese”
Il blocco della concessione dei crediti e la fine dei fondi stanziati dal governo per il Superbonus 110% metto a rischio molte imprese edili, con il M5s che ora chiede al governo di correre ai ripari affinché queste non falliscano. Per farlo il Movimento – reduce dalla scissione con Di Maio – chiede lo sblocco della circolazione dei crediti, come riportano alcuni loro esponenti:
“Il governo non sente il grido di dolore delle associazioni d’impresa e professionali. Siamo stanchi di ripetere che l’incidenza del Superbonus sulle frodi è minima, stanchi di sottolineare che le truffe sono relative ad altri bonus e fanno riferimento soprattutto al 2021, quando non erano ancora intervenuti i vari decreti antifrode ma, soprattutto, Soprattutto siamo stanchi di far notare al Governo che non si può sempre e solo puntare l’indice sui costi del Superbonus, che è un investimento in transizione ecologica confermato nello stesso Pnrr ed elogiato dall’Ue, senza mai considerare tutti gli effetti benefici prodotti dalla misura e dalla circolazione dei crediti d’imposta sul sistema economico in termini di maggiori entrate fiscali, incremento del numero delle imprese, aumento dei posti di lavoro, conseguente aumento dei consumi, incremento degli acquisti collaterali alle agevolazioni edilizie, aumento del risparmio energetico conseguito, incremento del valore degli immobili oggetto di efficientamento”
Leggi anche:
Draghi annuncia il “no” europeo al price cap sul gas: “C’è esitazione, vedremo in futuro”