L’Italia ha la percentuale di laureati più bassa UE dopo la Romania e, ad avanzare una proposta per risolvere questo “intervento importante che necessita di risorse importanti”, è il presidente dell’INPS Pasquale Tridico, che propone il riscatto gratuito della laurea come incentivo allo studio.

Secondo l’istituto questa misura dovrebbe richiedere circa 4 miliardi l’anno allo Stato.

Le parole del presidente dell’INPS Tridico sul riscatto della laurea

“C’è da fare un intervento importante che ovviamente necessita di risorse importanti, quello della copertura di quel periodo formativo su base contributiva in modo che si possa, come avviene in Germania, riscattare la laurea in modo gratuito. Ora abbiamo il riscatto light che è un passo avanti, si riscatta la laurea nel modello contributivo con 20-22mila euro. Riscattare la laurea vorrebbe dire incentivare i giovani a studiare”

Come funziona attualmente il riscatto

Al momento il riscatto è su base contributiva con un minimo di 5.360 euro l’anno per durata del corso, rispettivamente 15 mila per una triennale e 21 mila per una quadriennale circa. Questa misura è a disposizione da chi ha il metodo di calcolo contributivo, con un vantaggio sugli anni di contributi, ma con l’assegno calcolato sul versato di quegli anni.

Cos’è il riscatto della laurea

Il riscatto della laurea è un’opportunità dell’INPS che trasforma gli anni dell’università in anni contributivi. In questo modo si può integrare la propria posizione contributiva ai fini della pensione.

Dal sito dell’INPS si precisa che è possibile riscattare.

  • i diplomi universitari, i cui corsi non siano stati di durata inferiore a due e superiore a tre anni;
  • i diplomi di laurea i cui corsi non siano stati di durata inferiore a quattro e superiore a sei anni;
  • i diplomi di specializzazione conseguiti successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni;
  • i dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge;
  • i titoli accademici introdotti dal decreto 3 novembre 1999, n. 509 ovvero Laurea (L), al termine di un corso di durata triennale e Laurea Specialistica (LS), al termine di un corso di durata biennale propedeutico alla laurea.

La differenza con l’Europa

Il fine ultimo è quello di aumentare la percentuali dei dottori in Italia. Lo scorso anno solo il 20% della popolazione nostrana tra i 25 e i 64 anni era laureata, in Europa la media è del 33,4%. Se guardiamo una fascia d’età più ristretta –tra i 25 e i 29– i laureati in Italia sono il 29,8% a fronte del 40,6% della popolazione europea.

Tridico: “Le politiche del Reddito di cittadinanza non hanno funzionato”

A margine del Festival del Lavoro organizzato dal Consiglio nazionale dei Consulenti del Lavoro a Bologna, Tridico ha parlato anche di Reddito di Cittadinanza e PNRR.

“Abbiamo scoperto con il Reddito di cittadinanza che le politiche attive non funzionano. Abbiamo toccato con mano attraverso questa misura importante che quella parte intorno al Reddito di cittadinanza non funziona”.

Ha concluso parlando del PNRR.

“Ci sono cinque miliardi per le politiche attive. C’è l’opportunità di rafforzare il sistema che passa da una governance complessa, quella delle Regioni. Attraverso una partnership rinnovata tra Regioni e Governo centrale e strumenti telematici che permettono l’incontro tra domanda e offerta dobbiamo creare maggiori opportunità. Le politiche attive non creano lavoro, mandano i lavoratori dove c’è, bisogna fare investimenti per creare lavoro. Il Pnrr è un volano per la politica economica dei prossimi anni. È importante utilizzarlo al meglio».