Si fanno sempre più pesanti le dichiarazioni di Sergey Lavrov, ministro degli Esteri russo, e Dmitry Medvedev, ex-presidente e attuale membro del consiglio di Sicurezza del Cremlino. L’ultima tendenza è paragonare l’operato dell’Unione Europea a ciò che fece Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale.
Lavrov e Medvedev proseguono l’escalation di dichiarazioni forti
Mentre l’Europa approva la candidatura nell’Unione di Ucraina e Moldavia, sul fronte sovietico arriva la reazione stizzita e dai toni forti da parte di Sergey Lavrov e Dmitry Medvedev, due bracci destri di Vladimir Putin. Entrambi non sono nuovi a uscite poco eleganti, ma il parallelismo tra l’attualità e la Seconda Guerra Mondiale inasprisce il livello di accuse.
Al momento il ministro degli Esteri si trova a Baku, in Azerbaijan, dove ha incontrato il suo omologo Jeyhun Bayramov dicendosi soddisfatto delle posizioni azere rispetto all’operazione speciale in Ucraina. Il succo del suo discorso è un dejà-vu, vale a dire l’accusa di russofobia da parte dell’Occidente. E’ l’Europa a cercare i pretesti per scatenare una guerra contro la Russia:
“Non ci illudiamo che l’attuale accusa russofobica dell’Unione europea possa in qualche modo scemare o cambiare nel breve o nel lungo termine. Siamo consapevoli che gli europei hanno scelto di intraprendere questa strada. Si sta creando una coalizione tra Unione Europea e Nato per allestire una guerra contro la Federazione Russa, così come Hitler radunò un numero significativo di Paesi per attaccare l’Urss. Monitoreremo da vicino la situazione”.
Chi non ha mai nascosto il suo astio per l’Europea è l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, ultimamente protagonista di una serie di epiteti ai limiti dell’imbarazzante. L’ultima personalità europea nel suo mirino è Annalena Burbock, ministro degli Esteri tedesco, che ha accusato la Russia di usare la sicurezza alimentare come arma per ottenere qualcosa in cambio. Non si è fatta attendere la risposta di Medvedev direttamente dal suo canale Telegram:
“È sorprendente sentire simili affermazioni da funzionari il cui Paese ha tenuto Leningrado (oggi San Pietroburgo) in blocco per 900 giorni, dove quasi 700mila persone sono morte di fame”.
Solo nella giornata di ieri il vicepresidente del consiglio di Sicurezza aveva sminuito la leadership delle attuali figure istituzionali occidentali:
“In Europa non ci sono più politici del livello di Kohl, Chirac o Thatcher, che hanno rappresentato figure storiche di un’era. Oggi sono sostituiti da cosiddetti “tecnocrati”, persone che in grado di formulare correttamente un’idea, dare istruzioni precise agli assistenti ma non di assumersi responsabilità. Per farvi un esempio Mario Draghi non è Silvio Berlusconi e Olaf Scholz non è Angela Merkel”
“Il problema del peggioramento della politica europea è dovuto principalmente al fatto che è diventata una pallida voce di supporto dei solisti americani. Charles de Gaulle potrebbe obiettare a qualsiasi presidente americano. E ora, quale europeo lo farà senza stringere la mano? Questo crea problemi non solo per il mondo occidentale, ma anche per noi, come Russia. Il calibro dei politici è in costante diminuzione. Come ha giustamente notato Vladimir Putin, dopo la morte del Mahatma Gandhi, non c’è nessuno con cui parlare”