La vita di Santa Chiara è meno nota di altre agiografie ed è un peccato a cui si deve porre rimedio. Oggi è il giorno giusto, quello in cui, in occasione della sua ascesa in cielo, si celebra l’operato di una giovane donna forte che divise la strada col più iconico (e noto) San Francesco D’Assisi. Qual è la sua storia? Come si conobbe con Francesco? Come arrivò la chiamata alla fede? Cosa la rese santa? Tante domande a cui rispondiamo con quest’articolo che segue il filone di approfondimento sui santi.
Vita di Santa Chiara: chi era
Al secolo Chiara Offreduzzo, nacque ad Assisi nei primi mesi del 1193. Il padre era Messer Favarone di Offreduzzo, mentre la madre era Madonna Ortolana dei Sciffi. La famiglia dimorava nei pressi del Duomo di San Rufino. Nella loro casa, di origini nobili, non c’era sofferenza o povertà ma una normale esistenza che ad un certo punto ebbe un sussulto. Ma prima c’è da capire come nacque la scelta del nome “Chiara” che, ovviamente, non avvenne per caso:
“Madonna Ortolana era andata a pregare come faceva ogni giorno presso il Duomo di San Rufino. Avvicinandosi il tempo del travaglio cercava nella preghiera la forza d’animo per superare il parto (ricordiamo che all’epoca molte donne morivano o durante il parto e subito dopo per setticemia). E mentre pregava le parve di sentire una una voce che le disse: “Non aver paura perché partorirai felicemente una Chiara luce che illuminerà la luce stessa”.”
Il primo evento traumatico della vita di Santa Chiara fu la morte del padre. Restata orfana, continuò a vivere ad Assisi insieme alla madre ed alle tre sorelle Penenda, Agnese e Beatrice. Non si conosce l’età precisa delle sorelle, ma si ritiene che Chiara fosse la maggiore. Bionda e bella, era destinata a sposarsi e fin all’età di 15 anni con un matrimonio combinato. Ovviamente questo non rientrava nei suoi piani, non avrebbe mai accettato di condividere la vita con uno sconosciuto.
L’incontro di Santa Chiara con San Francesco avvenne in quel periodo, grazie al cugino Rufino che era uno dei primi discepoli e che oggi riposa, vicino a San Francesco, nella Tomba Cripta sotto la Basilica Inferiore di Assisi. Da là inizia un percorso di cambiamento che portò la giovane, a quel punto diciottenne, a scappare da casa “passando dalla porta del morto” e, insieme a Pacifica di Guelfuccio che l’attendeva in strada, a raggiungere Francesco alla Porziuncola.
Vita di Santa Chiara: la conversione
Qua avvenne l’atto del cambio delle vesti e il taglio (detto “tosatura”) dei biondi capelli, a cui seguì la vestizione del saio che la introdusse alla Regola. Da quel giorno anche per lei l’unica Regola fu la fedeltà a “Sorella Povertà”. Si aggiunse poco dopo la sorella che diede vita al miracolo di Agnese:
“Per messer Monaldo perdere una sorella era un danno, perderne due era un disastro, sia come immagine e sia come capacità di comando e controllo della famiglia. Ecco perché, insieme ad alcuni servi e parenti, decise di intervenire e, in qualche modo, si fece restituire dalle suore la giovane Agnese. Nel tentativo di trascinarla via, giunse un miracolo: Agnese diventò più pesante del ferro e, nonostante i servi e i parenti fossero in molti, non riuscirono a muoverla di un millimetro. A Monaldo, che aveva sollevato il braccio per menarla, rimase paralizzato l’arto. Capito che era intervenuto qualcosa di soprannaturale, i parenti di Agnese fuggirono di gran carriera.”
Alla fine anche la terza sorella di Chiara, Beatrice, e la madre Ortolana raggiunsero il monastero e si fecero Damiatine.
Il miracolo di Santa Chiara
Cosa la rese santa? Tradizione insegna che Santa Chiara usò il suo corpo, con in mano la cassetta con il Corpo di Cristo, per bloccare le truppe imperiali saracene di Federico II che tentavano di violare il convento di San Damiano (erano già nel chiostro). Qui la storia si mischia con la leggenda:
“C’è chi scrive che Santa Chiara sbaragliò le truppe imperiali con la sola forza della preghiera, altri scrivono più semplicemente che le stesse truppe si ritirarono.”
Un vero miracolo che non seppe (o probabilmente non volle) ripetere l’11 Agosto 1253 quando, verso sera, morì nel Monastero di Santa Maria di San Damiano dove aveva praticamente trascorso quasi tutta la sua vita. Al suo capezzale c’erano alcuni dei primi compagni di San Francesco: Frate Angelo, Frate Leone e Frate Ginepro. Le ultime parole di Santa Chiara furono queste:
“Va’ sicura e in pace, anima mia benedetta!
Colui che T’ha creato e santificato, Ti ha amato sempre teneramente come la madre al figliolo piccolino.
E Tu, Signore, sia benedetto perocchè ma hai creata!”
Dal 1260 il corpo di Santa Chiara è esposto alla venerazione dei fedeli nella cripta sita sotto l’altare maggiore della omonima Basilica. Ogni anno, oggi, in quel di Assisi, viene festeggiata Santa Chiara, co-patrona di Assisi insieme a San Rufino.