In attesa del decreto siccità, al Nord il Po si presenta in una situazione che non si vedeva da almeno 70 anni. Secondo Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità Distrettuale del fiume Po, intervistato da Aurora Vena al Tg Plus su Cusano Italia Tv, “abbiamo una settimana di tempo poi dobbiamo prendere delle decisioni drastiche. Quelle del commissario. Decidere dove tagliare i prelievi, dove non coltivare, quindi bisogna mettere uno stato d’emergenza per ristorare il danno causato da delle scelte che sono opportune e emergenziali perché in questo caso bisogna fare solo così“.
Intervista sulla siccità a Meuccio Berselli, segretario dell’Autorità Distrettuale del bacino del Po
Qual è la situazione oggi?
Abbiamo già riconvocato per il giorno 29 (giugno ndr) il nuovo osservatorio perché quotidianamente stiamo monitorando il livello in tutte le sezioni del Po. In questo momento la più critica ovviamente è quella del Delta. Lì ci sono due fattori determinanti: il sale che riesce ad entrare ed è già risalito per 21 km, e l’idropotabile di 750 mila persone tra Ferrara, Ravenna, alcuni comuni di Rovigo e una parte della Romagna, che rischiano di rimanere senza l’acqua idropotabile e quindi per usi civili.
Se noi non sosteniamo la portata del fiume e l’abbassiamo ancora rischiamo questo problema e rischiamo ovviamente di avere dei danni irreversibili. Per questo abbiamo ridotto il prelievo per quanto concerne il mondo dell’agricoltura, con molta difficoltà e ci dispiace molto, per consentire di avere questo livello che permetta di mitigare i danni.
Però la situazione è davvero molto drammatica e la questione si fa difficile perché questo inverno non ha nevicato, sono 120 giorni che non piove, non ancora iniziata l’estate e le temperature sono più alte di 3-4 gradi. Nel momento in cui il fabbisogno delle colture è massimo noi l’acqua non l’abbiamo a disposizione.
L’emergenza siccità si poteva prevedere?
Questa è la sesta crisi di siccità sul bacino del Po degli ultimi 20 anni. Quindi dobbiamo assolutamente accelerare per fare investimenti sull’adattamento al cambiamento climatico. Non c’è più tempo! Dobbiamo fare gli invasi, i micro invasi, dobbiamo riutilizzare l’acqua dei depuratori, dobbiamo efficientare le tesi, dobbiamo fare una discussione sulle colture meno idro-esigenti. Però davvero non c’è più tempo perché rischiamo di lasciare alcuni territori senza l’acqua. Io non conosco una società che si sia evoluta senza acqua.
Nel bacino del Po facciamo il 40% del Pil nazionale in agricoltura e il 55% del Pil nazionale per l’idroelettrico. Senza l’acqua non possiamo avere questo valore. Senza acqua non c’è vita e in un corridoio così importante di biodiversità non ce lo possiamo permettere.
Cosa dobbiamo aspettarci?
Questa è la decima volta che organizziamo l’osservatorio. Siamo partiti nel mese di febbraio quindi avevamo previsto che ci sarebbero stati degli indicatori molto negativi. Il nostro bacino però è un bacino molto ricco. Da cui preleviamo 20 miliardi di metri cubi di acqua all’anno per tutti gli usi. L’uso dell’acqua è un uso plurimo.
Cinque giorni fa abbiamo spento la centrale idroelettrica più importante che è nel bacino del Po, Isola Serafini di Enel Green Power, per via della siccità. E in un momento in cui dal punto di vista geopolitico dovremmo produrre di più. Quell’energia non ce l’abbiamo e per averla dobbiamo bruciare il gas, quindi immettere CO2 e con una spesa molto alta perché il gas costa molto. Oltre al danno anche la beffa.
Già 200 comuni del Piemonte hanno ordinanze di razionalizzazione dell’acqua. 25 comuni della Lombardia, nella Bergamasca e 14 comuni appennino parmense in Emilia Romagna. Se questa situazione si portare ancora una settimana credo che mercoledì 29 dovremmo estenderla a gran parte del nostro distretto perché alcuni problemi ci saranno e saranno molto seri.
Rivedi l’intervista completa a Meuccio Berselli sullo stato di siccità del fiume Po