Nike ha annunciato l’intenzione di lasciare la Russia, diventando l’ultimo marchio occidentale ad abbandonare il Paese dall’invasione dell’Ucraina a febbraio. Il gigante americano dell’abbigliamento sportivo ha sospeso gli ordini online e chiuso i negozi di sua proprietà nel Paese ancora lo scorso marzo. Da allora, i negozi gestiti da partner locali hanno continuato a funzionare, ma l’azienda – secondo quanto comunicato – sta sciogliendo quegli accordi per lasciare definitivamente il territorio russo.

La Nike abbandona la Russia

In una nota di Cisco (la società che gestisce la Nike) si legge:

Nike ha preso la decisione di lasciare il mercato russo. La nostra priorità è assicurarci di supportare pienamente i nostri dipendenti mentre riduciamo in modo responsabile le nostre operazioni nei prossimi mesi. Questa decisione riguarderà alcune centinaia di dipendenti, ha affermato la società americana, aggiungendo di voler garantire che siano trattati con rispetto.

Il portavoce dell’azienda ha inoltre dichiarato:

Cisco continua a impegnarsi a utilizzare tutte le sue risorse per aiutare i loro dipendenti, le istituzioni e il popolo ucraino, nonché i loro clienti e partner durante questo periodo difficile

Il gigante del networking aveva già interrotto le operazioni commerciali, comprese le vendite e i servizi, nella regione a marzo, incassando 200 milioni di dollari (160 milioni di sterline) sui ricavi del terzo trimestre.

Nike conta più di 50 negozi in Russia, circa un terzo dei quali sono chiusi, secondo il suo sito web. A maggio, i media russi hanno riferito che la società stava terminando il suo accordo con il suo più grande franchise in Russia, responsabile di 37 negozi.

La Russia promette di punire le aziende che lasciano il Paese

La Russia è diventata sempre più isolata economicamente dall’invasione, poiché l’Occidente ha messo in moto diversi pacchetti di sanzioni che hanno portato le principali compagnie internazionali a dirigersi verso l’uscita. Il paese sta ora lavorando a una legislazione che punirebbe le società straniere che cercano di andarsene, consentendo al governo di sequestrare i loro beni e imporre sanzioni penali.

Questo, anche in risposta ad una nuova proposta di sanzioni che dovrebbe arrivare a stretto giro su proposta di Joe Biden durante il prossimo G7 di fine giugno. Il presidente degli Stati Uniti – secondo quanto filtra – avrebbe già in mente un’altra serie di sbarramenti economici nei confronti di Mosca che potrebbe però rispondere prontamente in caso di azione concreta.

Le altre aziende che hanno lasciato il paese

Oltre a Nike, c’è da ricordare come McDonald’s, Renault, Coca-Cola, Pepsi, Adidas, Puma e Reebok abbiano già salutato in maniera definitiva la Russia, come risposta all’invasione delle truppe guidate dal Cremlino in Ucraina. I primi due marchi hanno annunciato la loro uscita un mese fa. Nello specifico, McDonald’s – che rappresentava forse il modello di stile di vita occidentale più vicino in territorio russo – ha sottolineato a più riprese la sua volontà di cedere l’intera attività, insieme ai suoi ristoranti, ad un compratore locale. La famosa catena di fast food contava circa 62 mila dipendenti in Russia, per un valore – rispetto alle attività sul territorio – stimato tra 1.2 e 1.4 miliardi di dollari.