Uscirà domani su Disney+ Rise, il film che racconta la vera storia di Giannis Antetokounmpo. Il fenomeno greco, divenuto celebre per la sua travagliata storia dall’infanzia fino all’approdo in Nba, ha già saputo catturare l’attenzione di tutto il mondo. Celebre, tra le altre cose, la cerimonia che la Nike organizzò al Partenone, nel luglio del 2019, per la presentazione delle sue prime scarpe dopo la nomina come Mvp della lega americana.
Crescita, approdo e consacrazione, tutto raccontato da Rise
Una separazione imprevista e straziante, l’arrivo in Grecia dalla Nigeria passando per al Turchia, le difficoltà nel trovare i soldi per sfamare i figli, cresciuti con il mito della preghiera e della rivincita, i problemi di razzismo e l’arrivo in Nba. Sono solo alcune delle tematiche toccate in Rise, il film dedicato interamente alla famiglia Antetokounmpo. Dopo lunghi anni trascorsi all’ombra della giustizia che li avrebbe estradati, la rivincita tanto attesa arriva proprio dal piccolo Giannis, il quale riesce a farsi notare nel basket. La sua notorietà gli vale la chiamata, inaspettata, al Draft Nba del 2013, ma si tratta solamente dell’inizio della salita. In America viene prima nominato Mvp della regular season e poi vince il campionato nel 2021, con tanto di nomina ad MVP delle Finals.
Il concetto principale di Rise, però, resta la famiglia, con l’aspetto sportivo che passa in secondo piano. A confermarlo è proprio lo stesso Arash Amel, autore iraniano, che, proprio come gli Antetokounmpo, ha vissuto in prima persona la migrazione. La vera ossessione per questo film, però, è quella del regista Akin Omotoso, grande appassionato di Nba e, in particolare, di giocatori africani. L’odissea degli Antetokounmpo è ormai di dominio pubblico, essendo diventati gli unici tre fratelli vincitori dell’NBA: Giannis ha scelto di raccontarla in questo momento perché dalla narrazione generalista si evince soltanto il fattore sportivo, vengono fatti i nomi di Kostas, Thanasis ed il suo, mentre è lasciato nell’ombra il ruolo centrale assunto dai loro genitori, che sono i veri protagonisti di questa favola moderna.
La morte di Charles, padre della famiglia, gli ha impedito di godere del successo che i figli hanno saputo conquistare sul campo, nonostante ne sia sempre stato orgoglioso. Veronica, madre dei tre campioni, invece, si commuove ripensando alle difficoltà subite in passato. Ciò che, però, non ha gradito appieno è stato il tralasciare l’importanza e i sacrifici che entrambi i genitori hanno fatto per permettersi di mandare i figli a scuola.