Sergio Mattarella ha parlato alla seconda edizione della Conferenza Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo Coopera 2022 toccando vari temi caldi come guerra, migranti e pandemia.

Dopo Mattarella parleranno altre personalità diplomatiche di rilievo tra cui il Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio, alcuni rappresentanti dell’UNICEF, della Commissione Europea e di organizzazioni della società civile italiana del Burkina Faso. L’evento si concluderà domani.

Mattarella: “La guerra genera effetti gravissimi”

“Il conflitto scatenato da Mosca per anacronistiche velleità di potenza richiede una risposta netta, unitaria e solidale, al fine di giungere al ripristino di condizioni di pace.

Con la guerra non ci può essere sviluppo e senza sviluppo non ci sono le condizioni per stabilità e pace. La guerra genera effetti gravissimi: si acuiscono le tensioni, si obbligano milioni di donne e minori ad abbandonare le loro case per cercare rifugio altrove, si rende più difficile la collaborazione internazionale in materia climatica e ambientale. 

Il rapporto tra sviluppo e affermazione dei diritti umani è evidente, e se con la guerra non c’è sviluppo, senza sviluppo non ci sono stabilità e pace. La politica italiana dunque è saldamente ancorata all’Agenda 2030 e l’ultimo punto dei 17 chiama tutti i Paesi a un impegno dei governi pari almeno allo 0,70% del reddito nazionale lordo”.

Mattarella sulla pandemia e i migranti

“La pandemia ha reso evidente che in un mondo interconnesso non esistono soluzioni locali a sfide globali, come quelle dell’emergenza sanitaria, dei cambiamenti climatici, della povertà estrema, dell’insicurezza alimentare.

Voglio ricordare il ruolo delle comunità straniere in Italia: il loro contributo è prezioso. Il lavoro degli immigrati genera ricadute positive sul sistema economico e sul welfare italiano, nonché su quello dei Paesi d’origine. Le rimesse, solo nel 2021, hanno raggiunto i 550 miliardi di euro. Da questo deriva anche il successo delle iniziative imprenditoriali degli esponenti della diaspora nei loro paesi di origine”.