Quello del reddito di cittadinanza è uno dei temi più discussi degli ultimi anni e dopo la notizia dei 29 mila falsi poveri smascherati dalla Guardia di Finanza il dibattito è destinato ad accendersi ancor di più. Il comandante generale Giuseppe Zafarana ha infatti dichiarato questa mattina le azioni strategiche che hanno guidato la GdF in tutta l’operazione di smascheramento che tradotto in termini economici equivale ad un illecito complessivo di 288 milioni.
L’operazione ha quindi scovato oltre 29 mila persone che fingevano la necessità del reddito di cittadinanza ed il provvedimento è arrivato anche grazie alla collaborazione intrecciata con l’INPS ed il Caf. A tal proposito, il comandante Zafarana ha dichiarato:
Dall’inizio del 2021, i controlli sul reddito di cittadinanza hanno portato alla denuncia di oltre 29 mila soggetti. Per illeciti che, tra somme indebitamente percepite e illecitamente richieste ma non ancora erogate, assommano a circa 290 milioni di euro. La nostra attenzione, in sinergia con l’Inps, è indirizzata soprattutto ai sistemi di frode più strutturati, come quelli che hanno coinvolto anche soggetti collegati ai Caf.
Reddito di cittadinanza: la truffa di Milano raccontata dalla Guardia di Finanza
Numeri da capogiro quelli che vengono fuori dall’indagine della Guardia di Finanza e che certificano un illecito davvero di dimensioni enormi. Singolare è il caso di Milano e più in generale della Lombardia che ha rivelato una “frode” totale alle casse dello Stato da circa 82 milioni di euro.
È questo un dato fortemente significativo soprattutto se consideriamo che nella regione lombarda in totale ci sono 189mila percettori del reddito di cittadinanza; in base alla stima di cui prima quindi sarebbe praticamente 1 persona su 20 ad aver frodato lo Stato. Non solo, a Milano come anticipato la truffa ha riguardato anche i dipendenti che riconoscevano anche a cittadini rumeni i documenti necessari per richiedere il reddito di cittadinanza.
Insomma, un vero e proprio pentolone di errori, frodi e raggiri che non fanno altro che aumentare le considerazioni negative su una misura che nasceva col pretesto di favorire il benessere dei meno abbienti.