La situazione energetica è sempre più compromessa così il Consiglio dei Ministri ha acconsentito alla proroga delle misure contro il caro bollette. Si tratta di interventi che hanno l’obiettivo di contenere i prezzi di luce e gas oltre che dare molte più garanzie alle imprese che si occupano dello stoccaggio del gas.

Tale provvedimento, nello specifico, si fonda sullo stanziamento di una cifra superiore a 2 miliardi di euro con l’obbiettivo di azzerare gli oneri di sistema nelle bollette elettriche. Diverso invece il tema riguardante il gas per cui i fondi sono stati distribuiti come segue: 481 milioni per tagliare l’Iva, 470 per portare a zero gli oneri di sistema e 240 per gli scaglioni fino a 5.000 metri cubi all’anno.

Sul fronte imprese e stoccaggio del gas, infine, la proroga è stata estesa ancor di più e precisamente fino a marzo 2023; in quest’ambito nel gergo tecnico di parla di tassazione sugli extraprofitti ed è rivolta alle società che importano gas. I motivi di questa decisione è da ricercarsi nella seria difficoltà dei 18 importatori italiani di gas nel riempire i propri stoccaggi: il problema principale risiede nel trovare liquidità a questi prezzi di mercato.

Proroga caro-bollette: le parole degli esperti

Per meglio comprendere l’entità del problema odierno sulla capacità di stoccaggio del gas in Italia, possiamo analizzare le parole dell’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi che ha commentato la situazione attuale in base alle reazioni della Russia:

Se dovessero tagliare del 100% le forniture adesso non saremmo pronti, ma inizieremo a esserlo per l’inverno 2022-23. L’augurio è che si possa mantenere ancora limitato il flusso russo. E mentre gli stoccaggi italiani sono già al 54% dovremo forzare ulteriormente l’arrivo di gas da altri Paesi.

Il punto focale della questione, ha poi spiegato sempre Descalzi, riguarda le forniture russe che sono state tagliate al 50%, il che tradotto significa che a parità di esborso, l’Italia ha ricevuto solamente la metà del gas che avrebbe ricevuto in condizioni “normali”. L’altro problema è che nonostante la situazione sia già compromessa, non è da escludere che la Russia possa decidere di chiudere completamente i rubinetti.

Su questo tema si è esposto in maniera chiara e diretta il direttore dell’Agenzia internazionale dell’energia, Fatih Birol dichiarando:

L’Europa dovrebbe essere pronta nel caso in cui il gas russo sia completamente tagliato.

Crisi energetica: l’obiettivo è raggiungere l’inverno

In questo scenario, l’obiettivo primario sembra ora essere quello di raggiungere l’inverno senza troppe difficoltà; è un tema molto dibattuto su cui aleggia però un sentimento abbastanza positivo sia ascoltando Descalzi che il ministro Cingolani. Entrambi infatti hanno sottolineato che l’obiettivo di raggiungere il 90% di stoccaggio di gas entro fine anno è accessibile anche dopo il taglio al 50% del gas russo.

Insomma, una situazione critica per cui serviranno necessariamente ulteriori manovre e misure. Ricordiamo che in Italia ci sono 18 importatori di gas a cui si aggiungono le riserve strategiche dello Snam che si assestano intorno ai 4,5 miliardi di metri cubi. La sensazione generale è che per ora, al netto di tutte le difficoltà economiche, l’Italia possa ancora essere in grado di reggere alle conseguenze della guerra. La speranza resta ovviamente quella di veder finalmente l’epilogo di un conflitto che sta indebolendo praticamente tutti o quasi.