Accadde oggi, 23 giugno 1940: la Francia si arrende a Hitler. La campagna di Francia durante la Seconda guerra mondiale, iniziata il 10 maggio dello stesso anno, terminò ufficialmente il 25 giugno di 82 anni fa. Il 20 il Maresciallo Pétain annunciò alla Nazione transalpina la decisione di chiedere un armistizio ai tedeschi, il 22 l’armistizio venne firmato e il 23 giugno la Francia si arrese ufficialmente al Terzo Reich.

Accadde oggi, 23 giugno 1940: la Francia si arrende a Hitler

Quando Adolf Hitler ricevette notizia dell’intenzione del governo francese di negoziare un armistizio, scelse immediatamente la zona di foresta vicino Compiègne come sede per le trattative: qui infatti si erano svolte le trattative ed era stato firmato l’armistizio del 1918 che pose fine alla Prima guerra mondiale con conseguenze umilianti e altamente punitive nei confronti della Germania. Quel famoso “primo armistizio di Compiegne” fu sempre considerato dal Fuhrer come un’onta da vendicare il prima possibile. Pertanto la scelta di questo luogo per l’accettazione della resa francese aveva per i tedeschi un forte significato simbolico.

L’armistizio firmato nello stesso vagone ferroviario

Su precisa disposizione di Adolf Hitler, inoltre, le delegazioni francesi e tedesche si sarebbero dovute incontrare per firmare quel “secondo armistizio di Compiegne” nello stesso vagone ferroviario utilizzato nel 1918 all’atto della resa tedesca (nella foto: Hitler, Petain e Rudolf Hess all’interno del vagone al momento della firma dell’armistizio). A tale scopo lo stesso vagone fu portato fuori dal museo dove era stato collocato e preparato per lo svolgimento delle nuove trattative che posero fine alle ostilità tra la Francia e la Germania cominciate il 3 settembre 1939 dopo l’invasione tedesca della Polonia.

Le conseguenze del secondo armistizio di Compiegne

Con la firma dell’armistizio, il territorio francese fu diviso in due parti: il Nord e le coste atlantiche vennero occupate militarmente dalla Wehrmacht; mentre, il Centro e il Sud restarono sotto il controllo di un nuovo governo transalpino solo formalmente indipendente dai tedeschi. Il governo collaborazionista di Vichy guidato dallo stesso maresciallo Philippe Petain che aveva negoziato la resa della Francia.