Corrado Pesce, un piemontese di 41 anni, è stato travolto da una valanga sul Cerro Torre (Patagonia) a fine gennaio. Purtroppo, il suo corpo non è mai stato recuperato. Per le autorità argentine, esso risulta ancora disperso.
Alpinista morto in Patagonia: l’incidente
Lo Spiderman del ghiaccio (così lo chiamavano parenti e amici) è stato travolto da una valanga sul Cerro Torre, in Patagonia insieme ad un altro alpinista (Tomás Aguiló). I due sono stati travolti da una scarica di rocce e sono rimasti feriti: Aguilò è stato recuperato e ha lasciato il collega in un piccolo riparo chiamato “box degli inglesi”, ferito e senza equipaggiamento. Il corpo è stata individuato grazie all’ausilio dei droni ma mai recuperato.
Non sono mancati gli sforzi per recuperare la salma. Tuttavia, a causa dell’impervia zona, ogni tentativo si è rivelato in un insuccesso. Ancora oggi, per le autorità argentine, Corrado risulta disperso.
Il dramma della famiglia: “Vogliamo almeno il certificato di morte”
La sorella, Lidia Pesce, ha fatto un appello per sensibilizzare l’opinione pubblica:
A noi famigliari serve quanto prima il certificato di morte di Corrado per sostenere i diritti di sua figlia di soli 13 anni che è rimasta senza papà. Chiedo il vostro aiuto per sensibilizzare il governo italiano e il governo argentino a risolvere questa spiacevole situazione.
Ha aggiunto:
Corrado era una guida alpina che amava tantissimo la montagna e che svolgeva con passione e dedizione il suo lavoro. A fine gennaio si trovava a scalare il Cerro Torre, una montagna di oltre 3.000 metri situata in Patagonia. Purtroppo durante la scalata Corrado è stato travolto da una valanga ed è morto. Oltre al grandissimo dolore per la perdita di Corrado, stiamo vivendo un ulteriore dramma: il governo argentino infatti non ratifica l’avvenuta morte di Corrado dal momento che per loro risulta ancora disperso.
Su change.org è stata aperta una petizione online che in pochi giorni ha raccolto 11.500 firme.