Grave episodio di malasanità in Emilia-Romagna, dove una ragazza 11enne che soffre di anoressia ha dovuto attendere a lungo il ricovero poiché i genitori non riuscivano a trovare un posto letto disponibile in un centro di cura specializzato. Presi dalla sconforto si sono rivolti a un appello in pubblico, tuttavia anche la struttura rintracciata si trova in grossa difficoltà.
“Siamo andati due volte nel reparto specializzato per disturbi alimentari dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, ma ci hanno detto che non c’era posto. La lista d’attesa era spaventosamente lunga”
Emilia-Romagna, una struttura di Ferrara ospita momentaneamente l’11enne affetta da anoressia
Una lunga attesa febbrile a un passo dalla disperazione. Un’odissea con protagonista una giovane ragazza 11enne residente in Emilia-Romagna, gravemente affetta da anoressia, che non è riuscita a trovare una struttura ricettiva per il ricovero in tutta la regione. Dopo una disperata ricerca da parte dei genitori, la ragazza è stata accolta in un piccolo centro di Cona, in provincia di Ferrara, tuttavia le difficoltà per il personale sanitario rimangono elevate:
“Ci siamo resi conto che gli stessi medici del reparto di pediatria ci chiedevano aiuto. Oggi hanno ricoverato altri due bambini anoressici, al momento non ci sono posti negli altri ospedali della regione”.
Il web in tal senso ha aiutato a far sì che la storia sia stata condivisa quanto più possibile per far scattare la catena di solidarietà. In prima linea si è attivato anche il sindaco del capoluogo estense, Alan Fabbri, il quale ha dichiarato che farà il possibile per accontentare i genitori della ragazza:
“Stiamo contattando altre strutture ma purtroppo i posti, anche al Sant’Orsola di Bologna, non sono disponibili e sembra di capire che i casi siano superiori alla capacità di risposta che il sistema sanitario”, ha detto il sindaco appellandosi ai centri di tutt’Italia. A ieri sono 5 i centri hanno dato disponibilità di ricovero: Portogruaro, Mantova, Bologna, Milano, Roma e il Sant’Orsola di Bologna che aveva negato il ricovero per due volte”.