Sarà l’Emilia-Romagna la prima regione italiana che dovrebbe vedere approvata la richiesta di stato d’emergenza a causa della siccità. Lo comunica il governatore Stefano Bonaccini, che si appresta a firmare il documento. In precedenza, era stato il Veneto a inoltrare per primo la richiesta, venendo tuttavia respinta. In settimana dovrebbe essere programmata una riunione di governo che potrebbe estendere la misura all’intero territorio nazionale.

“Il presidente Bonaccini firmerà lo stato di emergenza regionale. È un passo molto importante perché porterà all’istituzionalizzazione della cabina di regia e alla possibilità di richiedere in un secondo momento lo stato di emergenza nazionale per coordinare al meglio tutte le altre azioni. La scelta è stata presa anche in virtù del meteo, secondo cui nei prossimi giorni ci saranno poche precipitazioni sul territorio regionale. Continueremo a monitorare la situazione del cuneo salino nella zona del Delta del Po, ma per ora dovremmo essere in grado di diminuire il suo abbassamento grazie ai provvedimenti che adotteremo”.

Siccità, prevista per oggi la conferenza Regioni-Protezione Civile

C’è attesa per capire quando l’Emilia-Romagna ufficializzerà il passaggio allo stato d’emergenza a causa della siccità che ha colpito la regione più attraversata dal fiume Po. Lo comunica Stefano Bonaccini al termine della Conferenza delle Regioni che si è tenuta nella serata di martedì in attesa dell’incontro di mercoledì con il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.

Toccherà proprio alla Protezione Civile, già fondamentale durante la prima ondata pandemica di covid-19, affrontare un’altra grave emergenza che viene toccata con mano da tutti nell’ultimo periodo. Tra le richieste che le Regioni formuleranno alla Protezione Civile ci sarà anche il razionamento dell’acqua per utilizzo domestico e agricolo, come indicato anche da Confagricoltura. Anche Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, ha definito “inevitabile” la dichiarazione di stato di crisi entro breve tempo.

L’ultimo parere favorevole alla richiesta dello stato di calamità arriva anche da Anbi, associazione che si occupa della gestione e della tutela delle acque irrigue. Così si è espresso il presidente Francesco Vincenzi in un’assemblea regione in Basilicata:

“Senza un intervento immediato c’è il rischio di creare conflitti interni sulla risorsa, sugli usi, tra i territori”.

Seguendo la scia di Vincenzi anche il presidente della ColdirettiEttore Prandini, parla della necessità di creare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’ agricoltura. Stando ai dati Coldiretti, l’89% di acqua piovana viene generalmente disperso.

L’assessore regionale Priolo: “Ravenna, Ferrara e Parma le province più colpite”

Di concerto con il governatore Bonaccini, come detto, anche l’assessore alla Protezione civile dell’Emilia-Romagna, Irene Priolo:

“La situazione è veramente molto complessa ma non siamo ancora a un livello d’allarme tale da mettere in discussione la risorsa idropotabile in regione. Bisogna scongiurare però che la popolazione sia in difficoltà. Al momento, le province di Ravenna e Ferrara sono le più interessate al problema, a Pontelagoscuro la portata è di 180 metri cubi al secondo, l’anno scorso era 559″.

“Abbiamo già fatto una piccola stima di qualche intervento che potrebbe essere utile mettere in campo ma non abbiamo in questo momento la necessità di fare interventi straordinari. Nelle altre province servite dalle dighe di Ridracoli e di Suviana, invece, così come nel modenese, siamo sufficientemente coperti dalle risorse che abbiamo al momento.