Inizia oggi nel Regno Unito (Uk) il più grande sciopero ferroviario degli ultimi 30 anni, con la chiusura quasi totale della rete in Inghilterra, Galles e Scozia (esclusa solo l’Irlanda del Nord). Coinvolto il trasporto su rotaia e quello marittimo, con le agitazioni che proseguiranno anche nelle giornate di giovedì 23 e sabato 25, con un’adesione prevista di 50mila persone.

Uk, lo sciopero ferroviario nasce dalle retribuzioni e dall’innesto della tecnologia

Saranno tre giornate intense nel Regno Unito, dove il sindacato RMT che gestisce il trasporto su rotaie e marittimo ha indetto uno sciopero che inizierà martedì e si concluderà sabato. Già dalle prime ore del mattino si sono registrati numerosi disagi in tutte le aree del Paese, con circa 50mila persone che aderiranno alla protesta. Per chi dovrà mettersi comunque in viaggio la situazione è di totale caos, con ritardi e cancellazioni diffuse.

Principale ripercussione del blocco dei servizi ferroviari è l’aumento del traffico veicolare. La società TomTom parla di incrementi consistenti, soprattutto a Londra (+21%). Già a partire dalle 8 di mattina il 98% della rete autostradale della capitale era congestionata. Si salvano solamente gli autobus, mentre molte linee della metropolitano risultano chiuse o parzialmente in servizio.

Il motivo dello sciopero è facilmente intuibile e riguarda le condizioni economiche e salariali dei lavoratori. Il sindacato RMT, a cui aderiscono 13 aziende ferroviarie, chiede maggiori garanzie su retribuzioni e licenziamenti: in ballo migliaia di posti di lavoro legati a un taglio di 2 miliardi di sterline di spesa. Inoltre, gli aumenti dei salari non sono comparabili con il costo della vita, sempre più insostenibile. Al momento il governo non prevede un intervento strutturale ma invita le parti a risolvere la questione in totale autonomia.

Il segretario RMT Lynch: “Ci scusiamo con i passeggeri ma non potevamo rimanere più in silenzio”

Il segretario generale di RMT, Mick Lynch, si scusa con i cittadini britannici per i disagi. Anche lui al momento aderisce allo sciopero, incatenato al picchetto fuori dalla Euston Station di Londra oggi dopo che i colloqui per evitare un’azione sindacale sono falliti la scorsa notte:

“I membri del sindacato non vogliono causare interruzioni, piuttosto chiedono una libera negoziazione con Network Rail (il trust che racchiude le aziende del settore). II sindacato è in grado di accogliere favorevolmente e negoziare il cambiamento, ma prima deve esserci una garanzia che i lavoratori non dovranno affrontare licenziamenti obbligatori. Bisogna che la tecnologia non sostituisca interamente l’uomo ma lo accompagni in un’integrazione efficace”.

Il primo ministro Boris Johnson ha comunicato che al momento non interverrà a riguarda, benché sia in disaccordo con una protesta di simili dimensioni.