La guerra Russia-Ucraina non finirà presto, ma sembrano ancora più lunghi gli strascichi della crisi che questo conflitto si porterà dietro. A dirlo è il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov alla NBC: “Sì, sarà una lunga crisi. Non ci fideremo mai più dell’Occidente”. Nonostante l’emittente abbia dichiarato che la conversazione sia durata più di un’ora sono andati in onda pochi frammenti in cui Peskov ha inoltre parlato dei mercenari catturati, che non saranno protetti dalla Convenzione di Ginevra e potrebbero andare incontro alla pena di morte.
È stata inoltre confermata la morte di un veterano americano, il secondo dall’inizio della guerra. Il dipartimento di Stato USA è tornato ad avvertire gli statunitensi di non andare in Ucraina.
Aumento prezzi cereali: Mosca rimanda al mittente le accuse
Nel frattempo anche le ripercussioni economiche dovute alla guerra stanno scuotendo il mondo, ma la Russia nega le proprie responsabilità, per lo meno per quello che riguarda l’export agricolo dall’Ucraina. A parlare è il Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova:
“La colpa? È degli errori sistematici dell’Occidente nella previsione delle sua politiche agricole; l’inflazione globale causata dai miopi meccanismi finanziari e monetari che l’Occidente ha usato durante la pandemia; la mal concepita transizione dei Paesi dell’Europa e del Nord America verso l’energia verde; le sanzioni illegittime che perturbano il funzionamento delle consuete catene merceologiche”.
Conclude dicendo che “gli esperti sono sempre più inclini a uno scenario pessimistico. Di questo dovrebbero essere incolpati i regimi occidentali che agiscono da provocatori e distruttori”.
Nel frattempo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che i negoziati per sbloccare i porti e alleviare la crisi alimentare sono aperti, ma difficili. Soprattutto l’Africa sta subendo le conseguenze dell’invasione russa, con grano in diminuzione e impennata dei prezzi.
Donbass: Mosca nervosa per la risposta delle truppe ucraine
Queste le parole del premier Zelensky che si ritiene soddisfatto per l’attività dell’esercito ucraino che sta portando a conseguenze sugli occupanti.
“Come avevo previsto la Russia è molto nervosa per la nostra attività. Gli occupanti stanno ricevendo risposte alle loro azioni contro di noi. Sono grato all’esercito e all’intelligence”.
Inoltre ha allertato delle “azioni offensive brutali” nel Donbass e che Mosca potrebbe bombardare altre città come Khariv e Odessa:
“Questo è un male che può essere fermato solo sul campo di battaglia. Stiamo difendendo Lysychansk e Severodonetsk. Questa regione è la più difficile, qui le battaglie sono le più dure. Ma i nostri ragazzi e ragazze sono forti”.
Medaglia del premio Nobel Muratov battuta all’asta: 103,5 milioni di dollari che verranno destinati a rifugiati Ucraina
Nel frattempo continuano le iniziative di solidarietà: il premio Nobel per la pace Muratov ha donato la sua medaglia ad una casa di aste newyorkese, tutto il ricavato andrà all’UNICEF. Muratov era direttore della Novaya Gazeta, ma viste le nuove leggi sulla censura dopo l’inizio dell’operazione militare speciale” ha deciso di fermare la pubblicazione per evitare problemi ai suoi giornalisti.
“Il signor Muratov, con il pieno sostegno del suo staff alla Novaya Gazeta, ci ha permesso di mettere all’asta la sua medaglia non per collezione ma per un evento che spera avrà un impatto positivo sulla vita di milioni di profughi ucraini”