La presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde in audizione al Parlamento torna a tranquillizzare governi e mercati dopo tracollo delle Borse della scorsa settimana e livelli dello spread alle stelle.

La guerra sta colpendo severamente l’economia dell’Eurozona e le prospettive sono ancora circondate da alta incertezza. Tuttavia ci sono le condizioni affinché l’economia continui a crescere e a recuperare ulteriormente nel medio termine“.

Spread, Lagarde: “Agiremo contro i rischi di frammentazione”

Un venerdì nero soprattutto per Piazza Affari che, con un -5,17%,  ha perso quasi il doppio degli altri listini all’indomani dell’annuncio di Francoforte sulla fine degli acquisti e sul rialzo dei tassi, a partire dal mese di luglio.

Le banche sono state travolte da un’ondata di vendite, a causa dell’impennata dello spread, che è salito fino a 230 punti base. Un livello che ha costretto la Bce ad un repentino dietrofront e alla scelta, non semplice ma obbligata dopo la crisi del 2011, di intervenire contro i rischi di frammentazione finanziaria dell’Eurozona.

In una riunione di emergenza nella mattina di mercoledì 15 giugno il board di Francoforte ha messo in campo due mosse per salvaguardare la politica monetaria e difendere per questa via i paesi più vulnerabili – come l’Italia – dalla corsa il differenziale tra Btp e Bund.

In primo luogo i membri del Comitato direttivo hanno deciso di applicare flessibilità nel reinvestire i rimborsi dei titoli in scadenza nel portafoglio Pepp, il programma di acquisto per l’emergenza pandemica, attraverso il quale sono stati acquistati 1.850 miliardi di euro di titoli di stato dei paesi della zona euro.

Bce al lavoro su scudo anti spread

Ma dal vertice straordinario del consiglio è uscito soprattutto il tanto atteso piano anti spread. Uno scudo che a grandi linee avrà lo scopo di impedire che movimenti irrazionali del mercato esercitino pressioni sulle singole nazioni, mentre la Bce intraprende i suoi primi aumenti dei tassi di interesse in più di un decennio.

Il meccanismo però non trova il favore degli analisti secondo cui la frammentazione sarà inevitabile e non si può pensare che la Bce possa puntare a rendimenti reali uguali in ogni singolo Stato.