Accadde oggi, 20 giugno 1963: nasce la “linea rossa” Usa-Urss. Chiamata anche “telefono rosso” è una linea di telecomunicazione diretta che collega il Pentagono negli Stati Uniti d’America e il Cremlino in Russia nata in piena guerra fredda tra Washington e Mosca. Nonostante il nome “telefono rosso”, la linea non è mai stata composta da un telefono: la comunicazione è sempre avvenuta solo tramite testi, poiché il discorso parlato poteva e può essere frainteso.
Accadde oggi, 20 giugno 1963: nasce la “linea rossa” Usa-Urss
Durante la crisi dei missili a Cuba del 1962, ci si rese conto che la costruzione della linea era una priorità. I messaggi diplomatici ufficiali impiegavano in genere sei ore per essere consegnati e si usarono canali non ufficiali, come i corrispondenti delle reti televisive, poiché erano più veloci. Durante quella crisi che portò il mondo sull’orlo della terza guerra mondiale, gli Stati Uniti impiegarono quasi dodici ore per ricevere e decodificare i messaggi di Mosca: un tempo pericolosamente lungo (nella foto: Leonid Breznev che fu leader dell’Unione Sovietica dal 1964 al 1982).
Le origini della “linea rossa” o “telefono rosso”
Stati Uniti e Unione Sovietica pertanto firmarono l’accordo per la costruzione della linea rossa nel 1963 anno in cui quel particolare “telefono” prese formalmente provvedimenti per ridurre il rischio di iniziare una guerra nucleare involontariamente. Nel 2007 la linea è stata potenziata con una rete di computer che collega Mosca e Washington. Il nuovo sistema è entrato in funzione il 1º gennaio 2008.
La “linea rossa” tra Washington e Mosca oggi
Continua a utilizzare i due collegamenti satellitari ma un cavo in fibra ottica ha sostituito il vecchio cavo. La trasmissione è diventata quasi istantanea, data la velocità della luce e l’importanza del sistema di comunicazione. Il 31 ottobre 2016, la linea è stata utilizzata per rafforzare l’avvertimento di settembre di Barack Obama che gli Stati Uniti avrebbero considerato qualsiasi interferenza nel giorno delle elezioni una questione grave.
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