A due anni dal primo lockdown, il mercato dell’auto e la mobilità sono decisamente cambiati. Il susseguirsi di restrizioni dovute all’emergenza da Covid-19 ha generato negli automobilisti, italiani e europei, nuovi comportamenti e nuovi sentimenti. Sia nei confronti del mezzo meccanico che nel suo utilizzo.
Auto sempre più centrale per la mobilità gli italiani
Nei momenti di crisi, e di uscite limitate, l’automobile si è trasformata in un rifugio sicuro, ideale per attenuare le norme imposte dalla pandemia. Allo stesso tempo però l’emergenza sanitaria ha enfatizzato le preoccupazioni per la salute, per il bene collettivo e, in generale, per l’impatto sull’ambiente. Nel campo della mobilità infatti le persone cercano sempre di più opzioni che soddisfino i propri bisogni personali senza però sacrificare il rispetto per il pianeta.
Nel 2021 il numero di auto ibride ed elettriche circolanti in Italia è quasi raddoppiato, con un +93% rispetto all’anno precedente. Ma la penetrazione di queste vetture va a rilento e riguarda quasi esclusivamente le città del Nord e le flotte aziendali. Inoltre l’avvento di mezzi nuovi come i monopattini elettrici, oppure strumenti come il bike sharing, non hanno influenzato di molto le abitudini degli italiani.
Lo studio ANIASA-Bain & Company
Da un recente studio realizzato per Aniasa (l’associazione confindustriale di autonoleggio, sharing e digitale) è emerso che il mezzo preferito da chi si muove nelle grandi città è, per il 90% dei casi, l’auto ad uso personale. Seguito a distanza dal trasporto pubblico locale.
Tutto il resto è confinato ad un utilizzo più saltuario e specifico. I mezzi cosiddetti “alternativi” come car sharing, bicicletta, taxi, monopattini vengono usati con regolarità solo dal 2-3% degli italiani.
Altro dato rilevante riguarda l’aumento del “divario di mobilità” tra chi può permettersi vetture con nuove motorizzazioni e chi invece si affida alla vecchia auto.
Quindi, nonostante nei giovani della cosiddetta Gen Z sia molto più sentita rispetto alle altre generazioni l’attenzione a temi ambientali ed etici, è inevitabile, secondo la ricerca, una riflessione complessiva e corale sul modello di mobilità futura del nostro Paese.