Armani Exchange Campione d’Italia

L’Olimpia Milano è Campione d’Italia 2021-2022. Ha chiuso la serie con una grandissima prestazione tanto in difesa quanto in attacco. L’81-64 finale era deciso già a diversi minuti dal 40°, per l’intensità, per la condizione fisica e collettiva di ogni singolo giocatore spedito sul parquet del Forum di Assago dall’allenatore catanese che ha fatto le fortune di Bologna, CSKA Mosca e dell’odierna versione meneghina.

Una partita complicata per Bologna, vista l’intensità data dai primi palloni messi nella retina delle “V” nere. Bologna non ha potuto nulla pur cercando tra il secondo e il terzo quarto, di rientrare e sfidare fino alla fine la compagine vittoriosa della Coppa Italia nella medesima stagione.

Milano l’ha vinta in difesa. Ha messo pressione sulla palla, sui cambi difensivi, compresi quelli di Hines e Melli, a testimonianza che il potere muscolare e dei centimetri non siano lontani da una brillantezza dei gesti atletici, dei meccanismi.

La Virtus Segafredo Bologna ci ha messo il cuore ma in fatto di lucidità ha peccato dovendo rincorrere per tutta gara-6 e ha confermato che diversi, tra i suoi alfieri, abbiano esaurito la benzina ben presto. A un certo punto Teodosic ha alzato bandiera bianca chiedendo il campo mentre su Belinelli hanno montato una guardia feroce in fase di marcatura i diversi interpreti dello spartito in casacca rossa.

La partita

L’Olimpia Milano, sospinta da un grande pubblico, è passata dal 13-5 al 16-7, che ha costretto Scariolo al primo minuto di sospensione per provare a ricostruire le trame d’attacco. Ma dal 20-7 con Grant e Ricci inseriti da Messina in campo rispetto al quintetto iniziale – Rodriguez, Shields, Datome, Bentil e Hines – l’Olimpia è andata avanti 25-11 e 27-13. C’è voluta una tripla di Shengelia, che ha arginato in tante, forse in troppe, occasioni, gli evidenti limiti, fisici, di lucidità, di gioco, di una Virtus arrivata a un passo da gara-7.

Se da una parte ci sono talenti cristallini, e questa sera i 6 punti a referto messi da Hackett, ben presto arrivato a 3 falli commessi, e Belinelli, gridano vendetta, dall’altra parte le frecce all’arco di Messina erano tali e tante, da far volare Milano al 10′: 29-16 con un Grant formato America. Come il più illustre cugino.

Bologna annusa la débacle

All’inizio del secondo quarto Bologna sente odore di knock-out tecnico, cioè senza giocare finire in mezzo al mare, isolati, senza aggrapparsi ai suoi stimabili campioni. Troppa, la differenza in fatto di costruzione dei giochi d’attacco. Con l’Armani Exchange Milano che lavorava benissimo, con i muscoli ma anche con tanti meccanismi da grandi giocatori, nel pitturato. Un dominio interrotto raramente, pur da gente in gamba della bravura di Jaiteh, Sampson, Shengelia.

Il 32-16 che nasce da un tiro da 3 di Datome è una insana umiliazione, adesso, per la squadra Campione d’Italia in carica. Occorrono due “bombe” di Alibegovic, ex Roma, spedito nella mischia da Scariolo, per provare a insidiare la voragine costruita dal Chacho e dai suoi degni compagni di viaggio. Il 7-0 di parziale costruito dai cestisti di Scariolo è uno degli ultimi segnali di grinta e costrutto, della Virtus Segafredo Bologna.

Le squadre rientrano a contatto perché il 29-16 del primo periodo è rimesso di netto in discussione dal 14-20 del secondo quarto: si va dal 39-34 al 43-36 sempre per un gioco a due tenori o a tre come il contrattacco Hines-Chacho-Datome del 41-34 che antecede un +7 caro a Messina, all’intervallo lungo.

Il rientro in campo

Dagli spogliatoi Messina spedisce in campo Rodriguez, Shields, Bentil, Datome, Hines, Scariolo risponde con Pajola, Weems, Belinelli, Shengelia e Jaiteh. Ma dopo pochi secondi l’allenatore della Spagna Campione del Mondo prova Sampson e di nuovo Shengelia. Troppe cose, non tornano, ai ragionamenti di Scariolo, le cui espressioni sono più di ogni commento, per quanto preciso e attento, nell’analisi.

Al 24′ l’Olimpia è avanti 48-36 poi 51-36 con Hall che parte in contropiede a 3’33” dal 30° minuto. Qui l’idea che la finale stia imboccando la strada definitiva rappresenta più di una sensazione.

Il 10-0 di parziale con Rodriguez e Melli spezza le gambe a Bologna che torna a segnare sul 12-0 con due tiri liberi di Sampson. Sul 57-43 Melli non evita un contatto successivo al fischio contro Shengelia, per fallo sul capitano di Milano: ne esce un fallo tecnico per entrambi. Con la differenza che per Melli è il 3°, per il georgiano il 4°, e deve tornare in panca. Al 30′ la partita dice Milano avanti di 15 per un 18-10 che ricaccia indietro Bologna, fa saltare i nervi a Teodosic, grande incognita, di queste finali per il titolo tricolore, ma anche merito del concetto di difesa per Milano, applicato alla grande.

L’ultima stazione verso lo scudetto

Non si segna per un minuto intero, all’inizio del quarto quarto di gioco. Milano schiera Grant, Hall, Shields da 3, Melli e Hines, monumentali entrambi, come lunghi. Dall’altra parte tardivamente viene inserito Mannion, alla fine segnerà 10 punti, Teodosic, che chiederà di uscire, Cordinier, Sampson e Jaiteh, esemplari per umiltà, ma arrivati “cotti”, agli ultimi 10 minuti stagionali.

Il tabellone recita 65-46 poi 71-46 e 73-47. Bologna non ne ha più e Milano concede secondi di esperienza e minuti di gloria a Baldasso, Ricci e ai cambi di un grande gruppo. Datome segnerà 23 punti uscendo in una meravigliosa ovazione, sul 79-55, che con Bentil da due e Mannion da 3 diventerà 81-58.

Un pubblico ben attaccato a questo meraviglioso sport qual è quello felsineo, non meritava, un naufragio del genere. Ma la consapevolezza di aver perso contro una grandissima avversaria accompagnerà le riflessioni di una grande realtà, del livello della Virtus Segafredo Bologna. Che alla fine dei conti vanta una SuperCoppa e una EuroCup con tanto di ritorno tra le grandi della Pallacanestro d’Europa. Con le nostre rappresentanti che sono esattamente le finaliste per il titolo nazionale, la stagione prossima, dopo ben 7 anni dall’ultima volta.

Armani Exchange Campione d’Italia

Per l’Olimpia Milano è diverso. 29° scudetto e titolo italiano dopo 4 anni compreso il forzato time-out per la pandemia. Il tutto al 3° anno di Ettore Messina, come capitò a Dan Peterson nel 1976 alla terza stagione con la Virtus Bologna dell’Avvocato Gianluigi Porelli, che sarebbe poi diventato massimo dirigente della Lega Basket. E l’allenatore di Catania entra nel novero dei grandi, con Valerio Bianchini e Charly Recalcati: è il terzo titolo in 3 città diverse. Non male, diremmo. Anzi bravissimo. Per un personaggio pignolo e tritatutto, fino all’eccesso, ma che rimane, saldo, con i piedi per terra. Sapendo di dover percorrere ancora tante tappe, a disposizione di chi ne stima la sagacia tattica e la bravura assoluta.

MVP, MVP, MVP: l’urlo del Forum di Assago per uno dei grandi alfieri

Shavon Shields è stato votato quale miglior giocatore delle 6 finali per lo scudetto. Una serie incredibile di prestazioni, per un giocatore completo, sia in attacco che nella fase difensiva.

Armani Exchange Campione d’Italia le immagini nel link seguente (pagina Facebook della società) https://www.facebook.com/OlimpiaMilano1936/videos/760242214975726

Armani Exchange Campione d’Italia

ARMANI EXCHANGE MILANO-VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA 81-64

Armani Exchange Milano: Rodriguez 12, Shields 15, Hall 2, Melli 8, Hines 8; Grant 7, Datome 23, Bentil 6, Ricci, Alviti, Baldasso. N.e.: Biligha. Allenatore Ettore Messina.

Virtus Segafredo Bologna: Hackett 6, Teodosic 5, Belinelli 3, Shengelia 8, Jaiteh 9; Alibegovic 11, Sampson 6, Weems 2, Pajola 2, Mannion 10, Cordinier 2. Allenatore Sergio Scariolo.

Parziali: 29-16, 14-20 (43-36); 18-10, 20-18. Fallo tecnico a Melli e Shengelia nel 3° quarto. In tribuna erano presenti Alessandro Del Piero, Fabio Fognini, Esteban Cambiasso.

Photo Credits: Pagina Facebook Olimpia Milano.

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