A pochi giorni dalla risoluzione di maggioranza prevista il prossimo 21 giugno, il Movimento 5 Stelle sta preparando un documento di risoluzione alternativo sull’invio di armi da presentare in Parlamento a Mario Draghi, in vista del Consiglio Europeo previsto il 23-24 giugno a Bruxelles.
“L’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione europea. E vuole che l’Ucraina abbia lo status di candidato e sosterrà questa posizione nel prossimo Consiglio europeo.” – Mario Draghi ???????? ???????? ???????? pic.twitter.com/v6TrsPZacO
— Enzo Amendola ???????????????? (@amendolaenzo) June 16, 2022
Il Movimento 5 Stelle rivendica il diritto a chiedere una soluzione diplomatica nella bozza di risoluzione
Prosegue il dibattito nella maggioranza di governo sul documento di risoluzione da stilare entro martedì 21 giugno, quando il presidente del Consiglio Mario Draghi riferirà in Parlamento i contenuti del dossier da presentare al Consiglio Europeo della prossima settimana. I partiti sono praticamente allineati, eccezion fatta per lo spinoso capitolo dell’invio di armi all’Ucraina su cui il Movimento 5 Stelle continua a fare strenua opposizione. A tal proposito i grillini hanno stilato un documento alternativo dove esprimono chiaramente il loro dissenso:
“Si invita il governo a non procedere, stante l’attuale quadro bellico in atto, a ulteriori invii di armamenti che metterebbero a serio rischio un’escalation del conflitto pregiudicandone ogni soluzione diplomatica. Al contrario si impegna il governo a promuovere nelle opportune sedi il consolidamento di un’azione diplomatica volta a fornire nuovo impulso alle trattative di pace tra Ucraina e Russia per un immediato cessate il fuoco”.
A sostegno delle proprie argomentazioni, il M5S traccia un bilancio economico di quanto è costato all’Italia l’invio di armi in Ucraina:
“Dall’inizio della guerra l’Unione europea ha inviato forniture militari all’Ucraina per almeno 2 miliardi di euro; Stati Uniti e Regno Unito hanno inviato armi a Kiev rispettivamente per 4,6 miliardi e un miliardo di dollari e hanno già deciso ulteriori e forniture; l’Italia ha già emanato 3 decreti ministeriali che hanno previsto l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari“.
Di Maio si mostra sorpreso, Amendola invita a non commettere passi falsi
Gli altri punti su cui l’intera maggioranza concorda sono l’adesione di Kiev all’Unione Europea, la revisione del Patto di Stabilità, gli interventi a sostegno di famiglie e imprese, il piano energetico RepowerEu e le proposte per il futuro dell’Ue. Sul tema delle armi è intervenuto anche Luigi Di Maio, con il ministro degli Esteri che era stato attaccato verbalmente da Giuseppe Conte qualche giorno fa:
“Ho saputo che nelle ultime ore una parte del Movimento sta proponendo una bozza di risoluzione che ci disallinea dall’alleanza della Nato e dell’Ue. Vorrei ricordare che la Nato è un’alleanza a scopo difensivo, allontanarsi da questa linea mette a rischio la sicurezza dell’Italia”.
Duro anche il commento di Enzo Amendola, sottosegretario agli Affari europei:
“Un partito di maggioranza non deve permettersi di presentare documenti alternativi alla linea del governo. Tanto più dopo la missione a Kiev, che ha sottolineato il ruolo di leadership di Draghi nella Ue”.
Resta da capire ora cosa succederà all’interno di un partito politico che da tempo sembra scricchiolare internamente, sempre per ragioni di leadership.