Cgil a Piazza del Popolo: pace, lavoro e giustizia sociale. Una condizione straordinaria quella che l’Italia ha affrontato negli ultimi due anni tra pandemia, guerra, nuovo paradigma digitale, ambientale ed energetico, che hanno travolto e messo in discussione tutto.

Cgil a Piazza del Popolo: pace, lavoro e giustizia sociale

Con l’impegno di affermare in Europa una cultura di garanzie universali dei diritti umani e accoglienza verso tutti coloro che sono vittime e profughi della guerra, La CGIL ha impegnato tutte le Camere del lavoro a convocare assemblee pubbliche di delegate e delegati e attivisti delle leghe, per discutere proposte della sigla sindacalista, anche insieme agli studenti e alle associazioni presenti sul territorio, invitando rappresentanti delle istituzioni, dei Comuni e delle Regioni, a confrontarsi..
Questo percorso di discussione e mobilitazione sul territorio e nei luoghi di lavoro si conclude oggi, 18 giugno, con una GRANDE ASSEMBLEA NAZIONALE in forma aperta a Piazza del Popolo a Roma. Pace, lavoro, giustizia sociale, democrazia. Sono questi i temi dell’iniziativa programmatica esito di ben 200 assemblee tenutesi in tutto il paese.  

Ridurre i divari e diseguaglianze sociali

“Bisogna investire per combattere ora vecchie e nuove povertà, per una società sostenibile improntata alla giustizia sociale, al lavoro stabile e dignitoso. – comunica la sigla – Occorre ridurre i divari e le diseguaglianze sociali e territoriali che la crisi ha acuito. Per questo, l’Europa non deve tornare alla politica di austerity, ma rendere strutturale il modello di Next Generation EU, assunto per affrontare gli effetti della pandemia, per una politica economica espansiva che investa nello Stato sociale e in un nuovo modello di sviluppo.”

La questione del salario minimo

Si affronta anche la questione del salario minimo, in un’intervista a Il Manifesto, la vicesegretaria del sindacato di Corso Italia Gianna Fracassi ha detto di essere favorevole alla proposta del ministro del lavoro Andrea Orlano, ovvero quella di definire il salario minimo tramite il Trattamento economico complessivo fissati nei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni più rappresentative: “Per la Cgil il salario minimo andrebbe ancorato nei «contratti collettivi, anche con le loro differenze a seconda del settore. Il Trattamento economico complessivo contiene Tfr, tredicesima, ferie e altri diritti fondamentali che vanno al di sopra dei 9 euro proposti. Bisogna invece evitare che la fissazione di un valore unico sia controproducente per i contratti in essere».

Il parere della Cisl con Luigi Sbarra

Sulla manifestazione della Cgil è intervenuto il leader Cisl, Luigi Sbarra il quale ritiene che Ogni organizzazione sindacale sia libera di manifestare. La stessa Cisl ne indisse una lo scorso dicembre. Ma Sbarra si augurache la Cgil si mobiliti per favorire le condizioni di un vero confronto e di un accordo tra governo e parti sociali. “Abbiamo piattaforme unitarie da sostenere insieme su fisco, pensioni, salute e sicurezza, governance partecipata, Pnrr, rinnovi contrattuali. Se invece prevalesse l’idea di un sindacato conflittuale ed antagonistico questo non solo danneggerebbe il percorso unitario, ma non porterebbe nessun vantaggio ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani e alle donne che noi rappresentiamo. – dice in un’intervista a Giornale – Condannerebbe il sindacato all’irrilevanza mentre oggi serve responsabilità, partecipazione, pragmatismo, riformismo, concertazione”.