La Russia continua a tagliare le forniture di gas all’Europa: tra i Paesi colpiti c’è anche l’Italia, dove Eni ha richiesto una fornitura giornaliera di 63 milioni di metri cubi, ma la Gazprom ha annunciato che fornirà solo il 50% di quanto richiesto. Le truppe del Cremlino continuano la loro avanzata per conquistare il Donbass e prende di mira con un attacco missilistico la raffineria e le infrastrutture di Kremenchuk.
Forniture di gas ridotte e prezzo alle stelle: Italia valuta stato d’allarme
L’annuncio di Gazprom garantire solo il 50% delle forniture di gas richiesto dall’Ue ha inevitabilmente fatto schizzare il prezzo alle stelle. Tra i Paesi europei colpiti da questa decisione del colosso russo c’è anche l’Italia, che valuta lo stato d’allarme e cerca delle alternative: Egitto e Israele osservano con attenzione gli sviluppi. Secondo un’indiscrezione l’Eni è in trattative per aumentare le importazioni di gas dall’Egitto all’Italia e all’Europa: il colosso italiano avrebbe già un accordo con l’azienda energetica egiziana EGAS che, in un anno, fornirà il gas naturale liquefatto per una quantità pari a 3 miliardi di metri cubi.
L’Ue ha firmato un memorandum d’intesa con Egitto e Israele: un accordo che prevede il passaggio del gas israeliano liquefatto negli impianti di lavorazione egiziani prima di essere spedito in Europa. In questa situazione la visita di Draghi e von der Leyen a Tel Aviv mostra come l’Europa stia lavorando duramente per risolvere il problema, facendo ricorso alla fitta rete di relazioni diplomatiche con gli Stati che possono vendere combustibile e sostituire la Russia.
GB: “Russia continua i suoi sforzi per entrare in Donbass”
L’Europa non si preoccupa solo di Gazprom che taglia le forniture di gas, ma anche dello sviluppo del conflitto. Le truppe del Cremlino continuano la loro offensiva per entrare nel Donbass. È quanto annunciano i servizi segreti britannici nel loro ultimo bollettino di guerra:
“Nelle ultime 48 ore, la Russia ha probabilmente rinnovato i suoi sforzi per avanzare a sud di Izium, con l’obiettivo di avanzare piu’ in profondita’ nella regione di Donetsk e di circondare la zona di Severodonetsk da nord”
Nuovi attacchi anche nella regione del Lugansk, dove l’esercito russo spara colpi di artiglieria e missili sia contro le posizioni delle truppe ucraine che le infrastrutture civili vicino a Lysychansk, Metiolkino, Ustynivka e Voronove. A Severodonetsk, alcune truppe di Mosca hanno cercato di effettuare operazioni di assalto al di fuori della città, ma sono state respinte dall’esercito ucraino, come riporta su Telegram l capo dell’Amministrazione militare regionale Sergiy Gaidai:
“Sono stati lanciati attacchi aerei nelle aree di Syrotyne e Borivske. I nostri difensori hanno respinto con successo l’assalto nei pressi di Syrotyne e Metiolkine. L’occupante si è ritirato sulle sue posizioni precedenti. Così come nei pressi di Hirske”
Sotto attacco la raffineria di Kremenchuk
Dmitry Lunin, capo dell’amministrazione militare regionale di Poltava, afferma che l’esercito russo ha attaccato la raffineria di Kremenchuk e le sue infrastrutture adiacenti, tutte situate a sud-est di Kiev:
“Kremenchuk è di nuovo sotto attacco nemico. Tra i 6 e gli 8 missili russi hanno colpito raffinerie e infrastrutture. Sono possibili altri attacchi”
L’ennesima testimonianza di come l’offensiva russa preveda di attaccare l’Ucraina su più fronti. In riferimento all’invasione, la a portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova afferma che:
“L’Ucraina che conoscevamo, all’interno di quei confini, non c’è più. E non lo sarà più. Questo è ovvio. Quei confini non ci sono più”
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