Beppe Grillo si è espresso nel suo blog riguardo al tema del limite dei due mandati. Secondo l’ex leader politico del M5s chi obbietta contro questa nuova regola, è arroccato al potere.
Beppe Grillo sulla questione del limite dei due mandati
Nel suo blog, si legge:
Alcuni obiettano – soprattutto fra i gestori che si arroccano nel potere – che un limite alla durata dei mandati non costituisca sempre l’opzione migliore ma il il dilemma può essere superato in altri modi, senza per questo privarsi di una regola la cui funzione è di prevenire il rischio di sclerosi del sistema di potere.
M5s, Di Maio: “M5s sta diventando un partito dell’odio”
Secondo l’ex capo politico, l’M5s sta diventando un partito dell’odio e dichiara:
Temo che questa forza politica rischi di diventare una forza politica dell’odio. Il nostro elettore è disorientato perché quando si pongono dei temi, ci sono degli attacchi personali.
In merito a quest’ultima affermazione, Di Maio fa riferimento al suo recente scontro con Giuseppe Conte.
E aggiunge:
Non è chiara la nostra ricetta per il Paese e questo spiega perché nella nostra coalizione il Pd sale e noi scendiamo. Forse perché non abbiamo ben chiare le ricette per il nostro Paese.
Di Maio è tornato a difendere Draghi, attaccando la linea politica più sostenuta sulla guerra in Ucraina del M5s:
Siamo alla vigilia di un importante Consiglio Ue, noi faremo di tutto perché Draghi vada al tavolo con la massima forza e con la massima possibilità di rappresentare il Paese con una coalizione compatta.
In merito alla questione del limite dei due mandati, dichiara:
Sulla storia del secondo mandato, il Movimento oggi non sta guardando al 2050 ma sta guardando indietro, si sta radicalizzando. Che senso ha cambiare la regola del secondo mandato: invito gli iscritti a votare secondo i principi fondamentali. Questa è una forza politica che, in coerenza con quello che sta succedendo, si sta radicalizzando all’indietro”.
Lo scontro tra Conte e Di Maio
Ieri, Giuseppe Conte aveva accusato Di Maio “imitare Salvini nei continui attacchi al governo”. Secondo Di Maio questo atteggiamento sarebbe stato controproducente e poco responsabile, e il risultato elettorale ne sarebbe stato la prova.
Conte ha subito replicato osservando che l’isteria dell’ex capo politico era la stretta conseguenza del suo timore di non poter continuare la carriera politica, per via appunto della regola dei due mandati, e non per la sconfitta alle amministrative, e che vorrebbe per questo fondare un nuovo partito.