Continua l’impegno dell’Università Niccolò Cusano per il sostegno al popolo ucraino coinvolto nel conflitto. La chiesa di Santa Sofia continua a far da tramite per l’invio di beni di prima necessità nel paese colpito dalla guerra. Oggi, infatti, questa chiesa rappresenta un punto di riferimento per il popolo ucraino da quando è iniziata la crisi. Cibo, medicinali, coperte, pannolini sono solo alcuni dei beni che l’Unicusano ha inviato fino a questo momento nella raccolta aiuti per i profughi ucraini.

Don Marco Responsabile di Santa Sofia ci ha parlato della situazione ad oggi

“Purtroppo come stiamo vedendo la guerra continua e con la guerra sta crescendo una crisi umanitaria fuori e dentro il paese. C’è tanta richiesta quindi che arriva dall’Ucraina in diverse realtà che hanno bisogno di tutto. Cominciano a mancare tante cose soprattutto nelle città che sono state bombardate dove si sta pian piano riprendendo con la vita normale. Noi siamo grati all’Università Cusano per i tanti aiuti già elargiti e che continuano ad arrivare”.

Lo stesso parroco ha parlato anche delle persone arrivate nella struttura e delle loro storie

“Le storie sono diverse, sono molto commoventi. Ovviamente ci sono tante persone che sono dovute fuggire dalla guerra sotto i bombardamenti con diverse difficoltà. Alcune volte i viaggi duravano 7/8 giorni per arrivare in Polonia e poi da quest’ultima in Italia. Tutte queste persone portano comunque la speranza che finisca presto la guerra e che riescano a tornare, almeno quelli che hanno ancora un posto dove tornare in Ucraina. Il primo passo dell’integrazione, è imparare l’italiano. Questo rimane lo sforzo di molte realtà ecclesiastiche e universitarie per dare una base di partenza. Abbiamo terminato ieri un corso per circa 70 persone con la speranza che con la conoscenza della lingua italiana base li si aiuti a lavorare. Tutti aspettano di ricevere un permesso di soggiorno temporaneo e iniziare ad integrarsi nel paese”.

In tutto questo l’ateneo romano che sin dalle prime battute del conflitto ha manifestato il suo sostegno al popolo ucraino, stanziando sia dei fondi che un’assistenza immediata ai profughi ospitati all’interno dell’ateneo, ha voluto far sentire la sua presenza istituzionale.

Stefano Ranucci, Vice Presidente del CDA dell’Unicusano ci ha voluto parlare delle evoluzioni del progetto di raccolta aiuti per i profughi ucraini

Continuiamo con la macchina degli aiuti umanitari, peccato che i riflettori si siano un po’ spenti quindi purtroppo è andato scemando. Noi continuiamo perché in Ucraina ci sono circa 7 milioni di sfollati sul territorio e iniziano a scarseggiare i beni. All’inizio delle ostilità c’erano magazzini pieni e le aziende avevano delle riserve, con il passare del tempo visto che purtroppo non è una guerra lampo ma il conflitto continua adesso c’è reale necessità di aiuti. Nello specifico di generi di prima necessità, cosa che noi stiamo facendo, come questo ennesimo scarico per inviare questi aiuti“.

Il lavoro dei volontari quindi prosegue per cercare di alleviare le sofferenze di un popolo ormai in guerra da 4 mesi.