Dopo il rinvio disposto nella giornata di ieri, la commissione d’inchiesta della Camera dei Deputati statunitense sui fatti del 6 gennaio 2021 è tornata a riunirsi. Gli Stati Uniti affrontano così una delle pagine più dolorose della democrazia americana avvenuta con l’assalto a Capitol Hill.
Capitol Hill, Trump chiamò Pence “femminuccia”
L’ex presidente Usa, Donald Trump, inviò un tweet (social da cui fu poi bannato, ndr) per attaccare il vicepresidente, Mike Pence, il 6 gennaio 2021, mentre era in corso l’assalto a Capitol Hill. “Alle 2,24 di pomeriggio – ha dichiarato il membro della commissione d’inchiesta della Camera, Pete Aguilar – 11 minuti dopo che gli assalitori erano entrati negli edifici di Capitol, Trump twittò che Pence «non aveva avuto il coraggio di fare ciò che avrebbe dovuto fare per proteggere il nostro Paese e la nostra Costituzione»”. Poche ore prima rispetto agli eventi di Capitol Hill, Trump ebbe una rovente telefonata con il suo vice, che si era rifiutato di annullare la proclamazione della vittoria di Joe Biden. In quella telefonata Trump chiamò Pence “sfigato” (wimp, ndr) e “femminuccia”. Sfigato è la parola che ricorda anche l’ex assistente Nicholas Luna. La figlia del magnate Ivanka Trump, nella sua testimonianza registrata, ricorda:
“La conversazione fu abbastanza surriscaldata un tono diverso da quelli che avevo sentito prima con il vicepresidente”.
L’ex capo dello staff di Ivanka Trump, Julia Radford, ha raccontato che la figlia del presidente le disse, dopo la telefonata, che il padre aveva chiamato Pence, usando la “parola che comincia per P”, probabilmente Pussy, l’organo femminile usato in senso dispregiativo, come “femminuccia”, a dimostrare la mancanza di coraggio di Mike Pence, dal punto di vista trumpiano.
Trump a Capitol Hill scatenò “una guerra alla democrazia”
L’ex giudice federale repubblicano Michael Luttig, consigliere dell’ex vicepresidente Mike Pence, ha accusato l’ex presidente Donald Trump, di aver scatenato una “guerra alla democrazia” il 6 gennaio 2021, giorno dell’assedio al Campidoglio. Luttig ha definito il tentativo di Trump di sovvertire il risultato elettorale un “piano traditore per rubare la democrazia d’America”. “Ci sono stati molti vigliacchi sul campo di battaglia il 6 gennaio – ha aggiunto Luttig – il vicepresidente non era tra quelli”.
Le proteste del tycoon: “Esclusi testi a mio favore”
Donald Trump accusa la commissione d’inchiesta di aver escluso dalle audizioni i testimoni a favore dell’ex presidente. In una dichiarazione lunga 12 pagine scrive
“Hanno rifiutato di permettere agli avversari politici di prendere parte al processo e hanno escluso tutti i testimoni assolutori, e chiunque in grado di mettere facilmente in evidenza le falle della loro storia”.
Nella stessa dichiarazione Trump ritorna sul tema delle stolen elections:
“La commissione ha creato la narrazione del 6 gennaio per distogliere l’attenzione dalla verità molto più grande e molto più importante delle elezioni del 2020 che sono state falsate e rubate”. “Hanno gonfiato i numeri dei votanti, commesso abusi nel conteggio dei voti per posta, rimosso fisicamente i Repubblicani dal conteggio delle schede, corrotto gli scrutatori con donazioni, fermato il conteggio nella notte elettorale, dato ai Democratici tre giorni in più per gonfiare le urne e hanno preteso che il popolo americano credesse che fosse legittimo”.