Oggi, 16 maggio, Mario Draghi, Olaf Scholz ed Emmanuel Macron sono giunti a Kiev per la loro prima visita in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa il 24 febbraio. “Quello che abbiamo sentito oggi durante la conferenza stampa di Zelensky con i leader europei è molto importante per noi”. Così Iryna Guley, giornalista corrispondente dall’Ucraina per Cusano Italia TV.

Draghi, Macron e Scholz a Kiev da Zelensky

Al 113esimo giorno di guerra, i leader dei tre principali paesi della Ue Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz visitano congiuntamente il teatro del conflitto per portare il loro “sostegno incondizionato” al paese colpito. E annunciano il loro appoggio pieno al processo di avvicinamento di Kiev a Bruxelles.

“Prima che i leader arrivassero qua”, continua Guley, “eravamo preoccupati che loro facessero pressioni per cedere i nostri territori. Oggi invece Francia, Germania e Italia hanno detto che non negozieranno con la Russia al posto dell’Ucraina perché è molto importante che noi partecipiamo ai negoziati. Loro non decidono al nostro posto su quali condizioni fare la pace. E quando si parla di territori c’è anche la Crimea”.

Guerra Ucraina, giorno 113

L’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ha reso noto che dall’inizio dell’invasione russa sono stati uccisi 4.481 civili. A questi si aggiungono le quattro vittime di un bombardamento oggi a Lisichansk.

“Oggi è stata colpita in modo potente la città nella regione di Luhansk, Lisichansk” racconta Guley. “Non lontana da Severodonetsk. È la città più calda adesso. Una bomba è caduta su un palazzo civile di quattro piani e ci sono almeno quattro persone uccise e tanti feriti. I soccorritori adesso li cercano sotto le macerie e cercano di salvarli. Li adesso lavorano anche i nostri pompieri e cercano di aiutare la gente che è rimasta lì. La gente si nascondeva in questa casa, nei sotterranei e negli appartamenti”.

Nuove notizie arrivano anche da Mariupol. “Arrivano foto che ci fanno capire come prosegue la vita. C’è un obitorio all’aperto. Si vedono bare così esposte al sole, con il caldo che c’è adesso. Le donne invece sono costrette a lavare i vestiti nelle pozzanghere. Adesso a Mariupol non c’è acqua, non c’è gas, non c’è luce. Quindi vivono come cento anni fa“.

Rivedi l’intervento di Iryna Guley nell’edizione delle 19.30 del Tg di Cusano Italia TV condotto da Aurora Vena