Mesi di mancanza di piogge in Pianura Padana hanno ridotto il fiume Po a una distesa di sabbia lunga centinaia di chilometri. Attualmente, a causa della prolungata siccità, il livello del Po è sotto di tre metri rispetto al valore ideale e lo specchio di un disastro idrico e agricolo rischia di prendere concretamente forma. L’agricoltura stessa calcola già i danni di un disastro ambientale senza precedenti.

Siccità del Po, arrivano i primi razionamenti e si teme per l’agricoltura

L’Osservatorio del fiume Po ha convocato una riunione straordinaria a Parma per lanciare ufficialmente l’allarme siccità. Nel progetto sono coinvolti anche le Regioni e la Protezione Civile dell’aree padane, di fronte una fotografia che non lascia spazio (e tempo) ad alcun dubbio: il principale corso d’acqua d’Italia è ormai ridotto a una lunga striscia di sabbia.

Tuttavia, ciò che non si vede è l’effetto che mesi di assenza di piogge rischiano di creare: razionamento delle risorse idriche e danni incalcolabili all’agricoltura. Intanto si inizia a correre ai ripari, con Lombardia e Piemonte che hanno bloccato la fornitura di acqua nelle ore notturne in un centinaio di comuni. Lo aveva richiesto con urgenza Utilitalia, associazione nazionale dei gestori di acquedotti. A tracciare ulteriormente un quadro preoccupante è Meuccio Berselli, segretario dell’Autorità distrettuale del Fiume Po:

“In alcuni territori non piove da 110 giorni, abbiamo dovuto intervenire con le autobotti per sopperire alla carenza dei serbatoi locali. Il vero problema è che manca l’acqua dalle sorgenti, dalle Alpi non arriva più niente. Anche la situazione dei laghi è drammatica, il Lago Maggiore non registrava una portata così scarsa dal Dopoguerra.

Il razionamento dell’acqua è già realtà in agricoltura: chiediamo di prelevare meno del necessario per consentire un deflusso minimo di acqua, nonostante questo sia il periodo in cui ci sarebbe maggiore bisogno. Siamo in una tempesta perfetta, non si era mai visto un anno così”.

Com’è la situazione in Piemonte e Lombardia

Come detto precedentemente, Piemonte e Lombardia sono le regioni che si trovano a fare i conti con l’emergenza idrica. Angelo Robotto, direttore di Arpa Piemonte, fa il punto sulla situazione regionale:

“Inutile negarlo, la situazione è delicata e a Torino non piove da 111 giorni. Confrontando i dati, si tratta del secondo periodo più secco degli ultimi 65 anni. Complessivamente è una fase delicata, anche se non possiamo ancora parlare di emergenza. Oltre alle cause naturali è possibile che ci sia stato qualche “furbetto” che sia andato oltre i limiti di approvvigionamento, come Arpa intensificheremo il monitoraggio. Nel mentre, invitiamo i cittadini a farne un uso moderato”.

Anche il governatore lombardo Attilio Fontana interviene sul tema:

Ci sono già i presupposti per richiedere lo stato di emergenza. Al momento abbiamo scorte sufficienti ma se le condizioni climatiche non muteranno saremmo di fronte a una catastrofe in breve tempo. Chiedo ufficialmente ai cittadini lombardi di usare l’acqua con coscienza, evitando ogni forma di spreco”.