Campioni di Basket per l’Ucraina dopo Volkov anche Medvedenko
Campioni di Basket per l’Ucraina
Ieri beniamini in campo. Oggi strenui difensori della patria
Il primo a far parlare della sua storia di resistenza è stato anche il primo giocatore dell’antica U.R.S.S. ad andare oltre il mare, al di là dell’Oceano, Sasha Volkov. Il primo giocatore del blocco di una volta a militare nella lega professionistica più ammirata e capace di ben pagare i suoi protagonisti in campo come in panchina. La N.B.A.
Poi sarebbe toccato, anni dopo, anche a Stanislav Medvedenko. Volkov, va detto, è un appartenente al Tempio delle Celebrità della FIBA. Aveva giocato da noi, a Reggio Calabria, nella società del Presidente e Giudice Viola, venuto a mancare di recente. E sarebbe andato a giocare negli Atlanta Hawks.
Dopo Volkov anche Medvedenko
Medvedenko ha militato nei Los Angeles Lakers, e ha vinto due titoli, con la franchigia californiana, nel 2001 e nel 2002. In una edizione gialloviola davvero invidiabile in cui ha giocato 263 partite nella NBA con 5,3 punti di media.
Ai media ha dichiarato: “C’era la possibilità di lasciare l’Ucraina, questo è certo. Ma non penso che in questo momento bisogna andare via. Devo restare a Kyiv, supportare l’Ucraina e fare tutto ciò che è in nostro potere”.
Poi spiega dettagli interessanti sulla capacità di “tenere botta”, per dare un contributo di rilievo, alla propria nazione e alla propria gente: “Abbiamo organizzato un quartier generale per l’autodifesa della nostra area. Alcune persone lavorano nella logistica e altri si occupano dell’ordine pubblico in strada. Io pattuglio la città mentre mia moglie lavora in un centro per le comunicazioni”.
Medvedenko ha specificato: “E’ importante dare un concreto aiuto alle forze dell’ordine. Sembra un paradosso da dire ma per strada la vita in alcuni momenti è tranquilla”.
Due storie intense, che hanno saputo fare il giro del globo terrestre. Grazie alla immensa popolarità di due sportivi, uno dei quali creò la novità assoluta: un russo, dell’antica Unione Sovietica, capace di “spaccare” il muro di profonda divisione, appena prima del crollo di quello, fisico, di Berlino.
Oggi loro devono affrontare una ampia parte del suo passato. Quelli che erano fratelli, connazionali, compagni di ricerca tecnologica e di viaggio professionale, oggi sono nemici. Che vogliono distruggere, o vorrebbero distruggere, ogni principio, minimo, di convivenza. Folle, solo pensarlo. Inquietante. Da ogni punto di osservazione e di presunta prospettiva.