Sette milioni di italiani hanno problemi di udito, di questi 2 milioni hanno un’ipoacusia invalidante. L’incidenza della patologia aumenta con l’avanzare dell’età: uno su 3 ha più di 65 anni e presenta una sordità da lieve a grave. Ma si stima che siano molti di più perché in troppi non arrivano ad una diagnosi. Tuttavia, intervenendo presto si possono ottenere buoni risultati protesici. A questi pazienti la Società italiana di Audiologia e foniatria (Siaf) dedicata la Giornata nazionale Audiologia in programma oggi in tutta Italia.

“Obiettivo dell’iniziativa – spiega Stefano Berrettini, presidente della Siaf e direttore Uo otorinolaringoiatria audiologia e foniatria dell’azienda ospedaliera universitaria di Pisa – è innanzitutto sensibilizzare e far conoscere all’opinione pubblica le patologie dell’udito che colpiscono a tutte le età, dalla nascita alla senescenza. Per questo motivo fondamentali sono prevenzione e diagnosi precoce. Da qui l’idea di puntare sull’informazione, attraverso giornali, tv e social (#SIAFconTe) per far arrivare il messaggio a tutti. Ovvero, che i problemi dell’udito sono più frequenti nell’infanzia e alla nascita”, sottolinea Berrettini.

Problemi all’udito, un bambino su mille nasce sordo

“Basti pensare – prosegue l’esperto – alle sordità congenite: un bambino su mille nasce sordo e 0,6-0,8 con una ipoacusia bilaterale grave. Fortunatamente oggi per questi bambini c’è la soluzione, ed è l’impianto cocleare con il quale raggiungono l’autonomia comunicativa e di linguaggio quasi uguale o uguale ai coetanei che non hanno problemi di udito. Ma occorre una diagnosi tempestiva attraverso lo screening uditivo neonatale che viene eseguito nelle neonatologie e nei punti nascita, non solo su bambini a rischio ma su tutti”. Da oggi è attiva la casella postale alla quale “i cittadini possono chiedere informazioni, consigli, delucidazioni – aggiunge – e sottoporre domande agli specialisti della Siaf che risponderanno ad ognuno di loro”.

A preoccupare Berrettini sono soprattutto i 2 milioni di italiani con ipoacusia invalidante. “Sebbene la maggior parte di loro abbia una protesi acustica – prosegue il presidente Siaf – la sordità è un fattore di rischio per malattie degenerative senili, quali l’Alzheimer, di disturbi di socialità, perché chi ha problemi di udito tende ad isolarsi. Un altro fattore di rischio, per i più giovani, è l’esposizione ai rumori. Per questo motivo occorre far leva sulla prevenzione”.