Long covid sintomi
Long covid sintomi. Quando dopo più di quattro settimane dall’infezione da SARS-CoV-2, alcuni sintomi persistono, nonostante la negativizzazione del test diagnostico per CoViD-19, si parla di Long covid. Tra i sintomi più frequenti viene riportata la stanchezza e la “nebbia mentale”, ovvero problemi di memoria e difficoltà a concentrarsi, la perdita dell’olfatto e del gusto e sintomi respiratori e cardiologici. Di seguito lo schema elaborato dall’Iss.
Sintomi generali
- Fatica persistente,
- stanchezza eccessiva
- debolezza muscolare
- dolori diffusi e peggioramento dello stato di salute percepito
Sintomi respiratori
- Dispnea
Sintomi cardiovascolari
- Senso di oppressione e dolore al petto
- tachicardia e palpitazioni al minimo sforzo
- aritmie e variazione della pressione arteriosa
Chi è più colpito dal long covid
Le donne, chi ha un’età avanzata, chi è obeso o sovrappeso e chi è stato ospedalizzato per CoViD-19. In quest’ultimo caso, vi è un’apparente correlazione con il numero delle patologie croniche preesistenti e con la gravità degli interventi richiesti (es. ricovero in terapia intensiva). La suscettibilità sembra, inoltre, aumentare con il numero di sintomi nella fase acuta (in particolare con la dispnea) ma l’associazione con la loro gravità non è ancora chiaramente definita.
Anche i bambini sviluppano il long covid
I casi ad oggi sono pochi ma anche nei bambini il Long-CoViD può determinare la comparsa di una sintomatologia tardiva e persistente per diversi mesi. Analogamente che per gli adulti, anche tra i più piccoli i sintomi più diffusi sono: febbre, disturbi gastro-intestinali, affaticamento, mal di gola, cefalea, cambiamenti del tono dell’umore, disturbo del sonno, difficoltà di concentrazione.
Quanto è frequente
Una stima precisa della prevalenza è difficile. Secondo un recente documento riassuntivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità un quarto dei soggetti con CoViD-19 manifesta sintomi persistenti a distanza di quattro-cinque settimane dal riscontro della positività. Il più ampio degli studi, svolto nel Regno Unito dall’Office for National Statistics su un campione di oltre 20.000 persone, ha mostrato una prevalenza di sintomi del 13% oltre le 12.