Giacomo Agostini è una delle figure leggendarie della MotoGP e nel giorno del suo ottantesimo compleanno ha raccolto tutte le proprie emozioni in una lunga intervista. Agostini è stato difatti simbolo del motociclismo italiano ma ancora oggi vive con intensità le emozioni del paddock.

Non solo, Agostini vanta anche lo stemma di pilota più titolato nella storia del motomondiale con i suoi 15 successi, un traguardo che oggi un po’ lo fa rabbrividire ma che tiene ancora acceso il gusto di andare in pista:

Mi vergogno. E da una parte mi mette anche un po’ di tristezza. Perché mi guardo e dico che è impossibile che siano così tanti. Vado ancora in moto, e l’altro giorno al Paul Ricard ho toccato i 250 all’ora, mi sento bene, faccio tante cose come prima, non più con la stessa intensità, ovvio, ma non mi sono mai fermato. Salto, corro, vado in piscina, prendo il badile, zappo… Ho paura della morte. Quando correvo non ci pensavo, a quell’età sei un po’ incosciente, però ti rendi conto del tempo che passa. E di quanta strada hai fatto

Nonostante gli 80 anni appena compiuti, Agostini guarda più al futuro che al passato sebbene ormai di emozioni ne abbia vissute davvero tanto:

Sono onesto, sogni da realizzare non ne ho, perché sono convinto di avere avuto molto dalla vita. Questa mia grande passione, questo grande amore che è la moto mi ha dato tutto. Pensa a quanti come me che amavano le corse, hanno cominciato e poi non sono riusciti a fare niente. Io invece ho avuto più di quello che sognavo, non sarei onesto ma un vigliacco se mi lamentassi. Invece sono un uomo felice

Buon compleanno Giacomo Agostini: il racconto della sua carriera

Ovviamente nel giorno più speciale di ciascuno di noi viene spontaneo guardare a tutto il percorso compiuto nel tempo. Nel caso di Giacomo Agostini non si può quindi evitare di chiedere cosa si provi guardando al passato, tra grandi rivali e successi indelebili.

Ecco il ricordo dell’ex pilota MV Agusta:

Non ne ho solo uno. Ma se proprio devo, vorrei rivivere l’11 settembre 1966, il giorno del mio primo Mondiale in 500, a Monza. Come rivale non dimenticherò Mike Hailwood, quando al Tourist Trophy del 1967 ruppi la catena a pochissimo dalla fine, perdendo la gara della 500. Ero tristissimo, lui si avvicinò e mi disse “il vincitore oggi sei tu e questa sera vieni a fare festa con me”. Mike era un grande, al TT correva e vinceva tutto e io stavo per batterlo. Sentirsi dire parole così fu speciale

Infine, il dream team di Agostini in cui naturalmente non poteva mancare Valentino Rossi:

Vorrei avere vicino a me Mike Hailwood, Kenny Roberts, Jarno Saarinen, Valentino Rossi e Marc Marquez. Ma due file non bastano, nella terza metto Phil Read, Jim Redman e… Marco Lucchinelli. Con una griglia così arrivano 400mila persone a vederci

Sicuramente un’ottima soluzione contro il calo di ascolti degli ultimi tempi in MotoGP.